Loredana Frasca (ISS) al GdI: "Studio OMS Ue su 'benefici' vaccino Covid lascia 'perplessi', dimostrate numerosissime reazioni avverse, mancano dati su under 25, oltre ai 14 giorni non censiti e altri bias" - ESCLUSIVA
Loredana Frasca, immunologa dell'ISS, è stata intervistata in esclusiva dal Giornale d'Italia per parlare del recente e dibattuto studio dell'OMS Europa sui vaccini Covid, che avrebbero salvato 1,6 milioni di vite. Un lavoro sul quale la dottoressa si dice "perplessa"
Loredana Frasca, ricercatrice di immunologia dell'Iss (Istituto Superiore di Sanità), in un'intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia rilasciata a titolo personale, si è detta "perplessa, per non dire altro" in merito ai risultati di un recente studio sul vaccino Covid a mRNA, condotto dall'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa e pubblicato su "The Lancet Respiratory Medicine".
Secondo lo studio, i vaccini Covid avrebbero "salvato 1,6 milioni di vite", tuttavia la dottoressa spiega che a questa conclusione si è giunti a causa di diversi bias, ossia errori metodologici.
"E’ uno studio complesso dal punto di vista della statistica - spiega la d.ssa Frasca -. Non è semplice districarsi tra i dati riportati. Un dubbio può venire, perché per esempio, anche se non specificato bene in questo lavoro, la definizione di “vaccinato” dell’OMS è “colui che ha ricevuto la dose di vaccino, ma dal 14esimo giorno dopo l’iniezione”. Alcuni lavori hanno messo in evidenza (in tabelle supplementari), che nei primi giorni dopo il vaccino possono verificarsi più “casi” di infezione. Considerando che molti eventi avversi si verificano entro i primi 14 giorni dall’iniezione, se una persona dovesse morire a causa del vaccino Covid nei primi 14 giorni potrebbe essere conteggiato tra i non vaccinati. L’effetto dei 14gg non censiti è stato messo in evidenza dal prof. Fenton, UK, che ha rivelato che questo modo di considerare i soggetti vaccinati porta a over stimare l’efficacia dei vaccini.
Il lavoro non riesce bene a discriminare tra vaccinati infettati e infettati prima del vaccino, questi ultimi sono molto protetti perché hanno sviluppato una immunità naturale, molto più efficiente di quella indotta da un vaccino che porta all'espressione soltanto di un’unica proteina, la spike, e immunizza soltanto contro questo antigene.
È stata esclusa la fascia di età degli adolescenti fino a 25 anni. La fascia di età tra i 14-16 anni, fino ai 24 anni è stata riportata come la più suscettibile agli eventi avversi, in particolare alla miocardite, reazione avversa grave, ammessa anche dalle case farmaceutiche produttrici dei vaccini.
Perché questa fascia di età è stata omessa? Forse perché i morti per covid in questa fascia di età sono trascurabile a fronte di eventi avversi gravi come la miocardite?. Eppure molti giovani in Italia (e ragazzini dai 12 anni), sono stati indotti a vaccinarsi per evitare l’esclusione sociale, per prendere i mezzi pubblici, per fare sport.
Alcuni dati ufficiali sembrano rivelare che paesi dove il vaccino è arrivato solo al 20-30% di uptake hanno avuto meno mortalità per Covid e generale di Paesi altamente vaccinati. Al contrario, in generale registriamo una mortalità in eccesso nel mondo e in Europa, e questo è documentato e anche delle morti per tumori, o meglio, da un aumento dell’incidenza di tumori (che andrebbe spiegata).
Inoltre, resta il problema di come sono state utilizzate le cure tra il 2020 e il 2023. E restano i dati di efficacia negativa riportati da diversi studi. Resta infine la scarsa attendibilità dei tamponi per rilevare la positività e quindi la causa di morte".
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale e non rispecchia le idee dell'istituto presso il quale Loredana Frasca lavora.
Loredana Frasca, chi è la ricercatrice di immunologia dell'Iss
La dottoressa Frasca vanta collaborazioni con prestigiosi istituti, non solo italiani ma anche internazionali. Oltre a lavorare come ricercatrice per l'Istituto Superiore di Sanità, ha lavorato anche come collaboratore scientifico per l'Università di Losanna, per la University of Texas MD Anderson Cancer Center e anche per l'Imperial College London.
Durante la sua carriera si è occupata di risposte ai trapianti, risposte agli agenti infettivi, in particolare al virus dell’epatite C. Poi ancora del fenomeno della tolleranza immunologica, soffermandosi sulle diverse malattie autoimmuni e ha studiato la presentazione antigenica.
Sono moltissime le pubblicazioni scientifiche dell'esperta e, fra le ultime, ce ne sono diverse sui vaccini anti-Covid e sulle reazioni avverse. Prima di vedere l'ultimo studio a cui ha partecipato, ecco altri argomenti dei quali si è occupata Frasca in collaborazione con altri ricercatori. "I complessi CXCL4-RNA circolano nella sclerosi sistemica e amplificano le risposte infiammatorie/pro-fibrotiche delle cellule dendritiche mieloidi", "Gli anticorpi anti-CXCL4 eparina-indipendenti ed eparina-dipendenti hanno un'espressione reciproca in una coorte di pazienti con sclerosi sistemica", "Potenziale ruolo patogenetico dei peptidi antimicrobici trasportati da vescicole extracellulari in un modello psoriasico in vitro". Poi ancora "L'interferone di tipo I senza sosta accelera l'autoimmunità delle cellule B e la formazione di anticorpi anti-farmaco durante la terapia anti-TNF" e molti altri.