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Maria Rita Gismondo al GdI: "Tachipirina e vigile attesa un nosense, lockdown ha generato suicidi tra i giovani, tavolo tecnico su eventi avversi del vaccino Covid più utile della Commissione d'inchiesta" - ESCLUSIVA

La virologa intervistata dal Giornale d'Italia: "Il mio ultimo libro "Il ruggito della pecora nera" esamina gli errori sulla gestione della pandemia con supporto di documenti, il vaccino Covid non protegge dall'infezione, hanno messo a tacere chi nutriva dei dubbi. Stop ad obbligo vaccinale per bambini? D'accordo, ma a metà"

17 Luglio 2024

Maria Rita Gismondo al GdI: ""

Maria Rita Gismondo, fonte: imagoeconomica

La virologa Maria Rita Gismondo è stata intervistata dal Giornale d'Italia per discutere di diversi temi come il suo ultimo libro, l'obbligo vaccinale per bambini, la variante del Covid Kp3 e il tavolo tecnico sugli eventi avversi da vaccino Covid su cui sta lavorando il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervistato dalla nostra testata in merito.

Ci parli del suo ultimo libro "Il ruggito della pecora nera"

"Il libro parla dei punti più critici della pandemia. Critico uno spreco economico incredibile che non ha intaccato la scienza, anche se le risorse diminuiscono per altri investimenti. In quel periodo le persone hanno avuto conseguenze importanti, ci sono stati suicidi tra i giovani. Questi ultimi preferiscono stare dietro al pc al posto di stare in società per colpa del lockdown. Poi la dad e la Tachipirina e la vigile attesa che è stato un nosense in quanto per le malattie infettive si deve intervenire subito. Quando la gente non saturava più non c'era più nulla da fare".

Che cosa ne pensa della nuova variante del Covid, la Kp3?

"Ci aspettiamo ancora altre varianti, è più contagiosa ma non più patogena, si aggiunge a quei virus respiratori che ci danno sindrome simil-influenzale con qualche linea di febbre ma niente di più, ci dispiace ci sia un altro virus che ci può dare questo tipo di raffreddore.

Si dovrebbero impiegare molte energie e soldi per inseguire queste varianti ma credo che queste vaccinazioni così come si fa per altre debbano essere effettuate in una nicchia molto ristretta di pazienti fragili, visto che anche da un raffreddore si possono avere conseguenze gravi. Questo vaccino Covid non protegge dall'infezione, protegge dalla gravità della patologia ma già adesso la patologia di questi virus è nulla.

Hanno messo a tacere chi ha sollevato dubbi sulla qualità dei vaccini Covid, la problematica rientra nel non essere sicuri con questo vaccino, perché è un vaccino nuovo e quindi bisognoso di ampia sperimentazione, dato obbligatoriamente anche a fasce di popolazione che hanno rischiato, come i maschi giovani. Qualche mese fa la Pfizer ha inserito nel bugiardino che possono subentrare miocarditi. In soggetti che possono avere due giorni di febbre perché rischiare una miocardite?".

Gismondo spiega però che "questo non significa essere contro i vaccini, non lo posso essere né deontologicamente né legalmente, essere contro una delle decine di vaccinazioni non significa essere contro tutte, quando si è contrari ad un farmaco non lo si è a tutti. Di me è stato detto che io schiaccio l'occhio ai no-vax, la maggior parte è stata gente no Covid vax. I no-vax sono una sparuta popolazione, la maggior parte è stata contro l'inutilità dalla protezione dell'infezione e il fatto che fosse ed è sperimentale".

Che cosa ne pensa del recente ritiro del vaccino Covid da parte di AstraZeneca? Ha a che fare con l'ammissione sulle trombosi?

"Quello che un'azienda comunica è un messaggio che pur fondandosi su elementi veri e reali non sia penalizzante per l'azienda, stessa. Nessuno ammette gli errori e mai avrebbe dichiarato questo. Che il vaccino di AstraZeneca potesse creare trombosi si sapeva. Il virus che è stato utilizzato è un vettore che provoca trombi e c'era una letteratura vasta sul tema prima che si facesse il vaccino, eppure è stato utilizzato".

Tavolo tecnico su eventi avversi del vaccino Covid istituito dal ministro Schillaci, che ne pensa?

"Sono stata a colloquio con il ministro Schillaci per questo motivo e sono a disposizione per una collaborazione, ho pressato molto in quest'ottica. Ritengo sia più utile della commissione d'inchiesta Covid che per avere forza deve attingere a una commissione scientifica, quindi ben venga il tavolo tecnico, si faccia al più presto in maniera operativa. Abbiamo l'obbligo di dare una risposta a persone che dopo la vaccinazione hanno avuto problemi. Dobbiamo capire se questi siano da attribuire al vaccino Covid o no. Dall'altro lato è necessario approfondire la conoscenza di questi vaccini in futuro per la rapidità con cui vengono prodotti".

Stop obbligo vaccini pediatrici, che ne pensa dell'emendamento (bocciato) del senatore Borghi?

"Ho anche scritto un articolo su questo, sono d'accordo a metà perché è vero che siamo il paese nel quale si propongono numero più alto di vaccinazioni ai bambini, ma è un argomento che va affrontato da un altro punto di vista, ovvero tramite l'impatto che la vaccinazione ha nei confronti della popolazione. Ci vorrebbe una campagna informativa pressante riguardo le informazioni sulla vaccinazione, perché far calare dall'alto l'obbligo vaccinale fa avere un effetto negativo, soprattuto ora che la gente si è sentita frastornata dal Covid"

Alcuni studi stabiliscono che l'obbligo vaccinale deresponsabilizza i genitori: o si diventa scettici oppure si dice 'ci pensa lo stato'. Dall'altro lato non si possono politicamente imporre o cancellare le vaccinazioni. Non ci si vaccina più contro il vaiolo perché è scomparso, mentre ad esempio nel 1991 è stata inserita la vaccinazione contro l'epatite B per l'aumento dell'infezione. Bisognerebbe rivedere lo schema ogni 4-5 anni. Togliere oggi il vaccino contro il morbillo non è una buona cosa perché il morbillo si sta diffondendo molto.

Borghi pare abbia avuto l'intenzione di combattere l'obbligatorietà, ma non bisogna lasciare il vuoto, bisogna proporre vaccinazioni adeguate. I dati esistono e ce li ha l'Iss che raccoglie i dati dei vaccinati. Basta guardare tabelle dell'Iss. Servirebbe che la Prevenzione del Ministero della Salute faccia una revisione critica e dinamica degli schemi di vaccinazione", conclude la Gismondo.

Di Ivan Vito

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