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Vaccino Covid, la 2a lettera degli scienziati dell’Albero della vita a Meloni: “Chiediamo campioni biologici per verificare sicurezza e mancanza di effetti nocivi visto crescente numero di morti e malori improvvisi”, nessuna risposta

La fondazione aveva già scritto al governo 6 mesi fa, ma da allora non ha avuto alcun riscontro e ora torna a rivolgersi a Palazzo Chigi

07 Novembre 2023

Vaccino covid, la 2a lettera degli scienziati dell’Albero della vita a Meloni: “Chiediamo campioni biologici per verificare sicurezza e mancanza di effetti nocivi visto crescente numero di morti e mal

Fonte: Regione Puglia

Gli scienziati dell’Albero della vita hanno scritto una lettera destinata al premier Giorgia Meloni, al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al sottosegretario della Salute, Marcello Gemmato, per richiedere vari campioni dei vaccini anti-Covid a scopi di ricerca. È la seconda richiesta, visto che la prima era andata a vuoto.

Vaccino Covid, la seconda lettera dell’Albero della vita: “Urgente reiterare il nostro appello”

“In qualità di professori e ricercatori di Università e enti di ricerca pubblici italiani, nonché di avvocati e altri esponenti della società civile, inviammo in data 14 aprile ai destinatari in indirizzo un appello con la richiesta di accesso a campioni di vaccini anti-Sars-Cov-2 delle case produttrici Pfizer BioNTech, Moderna, Johnson&Johnson, Astrazeneca e Novavax, di ogni tipologia immessa sul mercato, a scopo di ricerca”, scrive l’Albero della vita. “Purtroppo, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Si ricorda che tali prodotti sono stati acquistati con risorse pubbliche e sono stati imposti anche se indirettamente alla comunità”.
“Nonostante ciò, a 6 mesi di distanza non abbiamo ottenuto alcun riscontro”, prosegue la lettera indirizzata a Palazzo Chigi. “Nel frattempo, altre informazioni si sono aggiunte che rendono ancora più necessario e urgente il nostro appello che qui reiteriamo. Chiediamo di poter acquisire tali campioni in maniera indipendente presso farmacie, MMG ed ASL, normalmente adibite alla vaccinazione nei due anni trascorsi. Come scienziati, medici e professionisti che operano per il bene dei pazienti e della collettività, riteniamo nostro dovere etico e morale eseguire in modo indipendente e senza conflitto di interesse quelle prove sperimentali che possano approfondire i meccanismi di azione, nonché verificare la sicurezza e la mancanza di effetti nocivi degli stessi, dati che ad oggi a noi risultano mancanti o assolutamente non esaustivi. Manca altresì la lista completa dei componenti presenti e dei possibili contaminanti, che essi stessi potrebbero essere all’origine di effetti avversi. Riteniamo necessario studiare la farmacotossicologia di ogni componente presente nel prodotto vaccinale utilizzando migliori e più adeguati modelli sperimentali soprattutto alla luce dei numerosi malori e morti improvvise”.

Gli scienziati: “Le preoccupazioni dei cittadini aumentano”

“A tale riguardo già qualche Regione comincia ad essere sensibile al problema ed disponibile ad aprire un tavolo di confronto dopo una nostra richiesta. È nota, ad esempio, la recente scoperta della presenza di DNA a doppia elica in quantità di gran lunga superiore a quelle permesse dall’EMA. La presenza di questo contaminante non dichiarato rappresenta un ulteriore rischio, quello della possibile inserzione nel genoma umano. Se si considera poi che questi prodotti sono trasportati da nanoparticelle lipidiche che ne aumentano la penetrazione all’interno delle cellule i limiti EMA dovrebbero essere rivisti per quei prodotti i cui nanocarrier ne aumentano la distribuzione, penetrazione e stabilità. Un’altra contaminazione trovata si riferisce a particelle metalliche, scoperta in Giappone e per la quale 1.63 milioni di dosi distribuiti a 863 centri vaccinali sono stati ritirati. Recentemente un giudice del Michigan ha stabilito per la prima volta che un produttore di farmaci non è protetto dalla legge PREP (Public Readiness and Emergency Preparedness) in caso il prodotto sia contaminato da particelle tossiche estranee, nel caso di specie di vetro. Il PREP Act è dichiarato dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti per un uso di emergenza e protegge produttori, amministratori e distributori di vaccini da richieste di risarcimento per perdite causate da un farmaco”.
Nell’UE”, prosegue la missiva dell’Abero della vita, “l’autorizzazione all’immissione in commercio viene concessa a un medicinale solo dopo che ne sono state valutate la qualità, la sicurezza e l’efficacia ed è stato concluso un rapporto rischi/benefici positivo relativo al suo utilizzo. Per le autorizzazioni UE dei vaccini COVID-19 questa valutazione viene effettuata dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Le preoccupazioni dei cittadini aumentano sulla base degli eventi nel mondo reale e delle pubblicazioni della comunità scientifica internazionale. A questo punto, è inaccettabile che questi farmaci, acquistati con fondi pubblici, ampiamente somministrati negli ultimi due anni anche a soggetti naturalmente immunizzati e/o fragili, adolescenti, bambini e donne gravide, e che ancora ora vengono raccomandati nella prossima stagione invernale, siano stati resi indisponibili a ogni richiesta di poter essere studiati perché protetti da una non meglio specificata riservatezza. Non può esservi alcuna giustificazione per impedire a scienziati indipendenti di effettuare ricerche sugli stessi. Confidiamo in una rapida modifica delle disposizioni ad opera del presidente e dei ministri, in modo che possiamo esercitare liberamente il nostro diritto di studio e ricerca indipendente su questi prodotti, proprio come abbiamo possibilità di farlo su ogni altro farmaco o vaccino o qualsivoglia sostanza che venga somministrata alla popolazione”.

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