02 Novembre 2023
Fonte: Castelli Notizie
“Palpitazioni, parestesie ai piedi e crisi ipertensive”: la 46enne Ivana Mazzarella, originaria di Albano Laziale, fa causa in tribunale dopo le reazioni avverse al vaccino Covid che ha subìto in gravidanza. “Ho iniziato a sentirmi male mezz’ora dopo la seconda dose”, ha raccontato la donna, vaccinata per la seconda volta il 24 luglio del 2021. “Ero ancora all’ospedale, al bar, con una dottoressa mia amica”.
Mazzarella aveva appena fatto il vaccino anti-Covid perché il suo ginecologo le aveva detto che prendersi il virus in gravidanza sarebbe stato molto rischioso e lei stava provando ad avere un figlio. Al medico vaccinatore ha mostrato il foglio del sierologico dei suoi anticorpi (che le ha suggerito di fare suo padre medico) dove risultavano già alti, tanto che, a detta di Ivana, il medico le ha anche fatto una battuta: “Nemmeno io con 2 dosi ho questi anticorpi”. Ma comunque ha mandato avanti l’iter, e Ivana ha fatto la vaccinazione.
La donna si è rivolta a un legale. La sua storia è così finita in tribunale, seguita dall’avvocato Andrea Perillo, vicepresidente dell’associazione Danni collaterali, del cui direttivo adesso fa parte anche Ivana, affetta, ha raccontato, “da una neuropatia delle piccole fibre, per cui convivo con bruciori perenni, e ho la pressione che può salire improvvisamente anche a 180 battiti a riposo. Prendo un farmaco per le due pericarditi che ho avuto, e sono entrata in menopausa due mesi dopo quel giorno”.
Ivana, almeno questa la deduzione della relazione medico legale di parte sul suo caso, ha avuto “una risposta eccessiva al vaccino. Avevo già un’immunità ben oltre la media e non avrei dovuto fare la seconda dose. Ma si vaccinava senza guardare in faccia le persone, senza anamnesi, senza tenere conto della storia clinica. Il colpevole per me è il medico vaccinatore. Io mi sono fidata di lui, che in quel momento rappresentava lo Stato”.
La donna non è la sola a essersi rivolta a un legale. Anzi. “Noi abbiamo cause legali ormai in tutta Italia”, ha detto ancora l’avvocato Perillo, “circa un centinaio. Le Procure, però, sono molto restie, vanno avanti con richieste di archiviazioni e noi facciamo opposizione, andiamo davanti al gip e stiamo fissando le varie udienze. Ho una procura, però, che ha chiesto l’incidente probatorio. Voglio precisare comunque che un conto è l’indennizzo previsto dalla legge per un massimale di 70mila euro, diversa invece è la questione risarcitoria che passa per una causa come questa portata in tribunale e ha a che vedere invece con la relazione medico-paziente e il consenso informato. Ricordo che, come scritto sui bugiardini dei vaccini mRna, è richiesta la prescrizione medica”, ha aggiunto l’avvocato. “Dove stava la prescrizione medica per i vaccini anti-Covid? Anche se parliamo di persone che hanno scelto liberamente, quindi, quel consenso informato era in qualche modo fasullo, perché estorto con l’obbligo del Green pass. Il punto di questi casi giudiziari, quindi, verte proprio sul consenso informato e su come sia stato presentato a chi si sottoponeva al vaccino”.
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