03 Ottobre 2023
È un mondo magnifico: danno il Nobel ai due che hanno messo a punto l’ingegneria genetica per il vaccino Covid “e in tal modo hanno salvato l’umanità”, tranne chi è rimasto vittima delle modificazioni genetiche. Nel tripudio dell’informazione da sinistra a destra, sì, anche a destra dove si esulta e si prendono sonoramente per il culo i “novax”: una tifoseria strampalata e trasversale sulla quale piacerebbe saperne di più, piacerebbe capire se è istintiva o magari nasconde motivazioni più strutturate. Mentre l’oncologo inglese Angus Dalgleish, una delle voci di un deserto che però va sempre più popolandosi (all’estero), spiega che questa alchimia dei due Nobel, due snobbati a lungo fino a che non hanno trovato la gallina dalle uova d’oro, sarebbe micidiale trattandosi di modificazioni genetiche scatenate da sequenze che girano per tutto il corpo, dalla famigerata proteina Spike che non si ferma là dove doveva, scatenando devastazioni: l’esatto contrario di quanto le puttane della scienza avevano garantito, ricordate? “Non c’è nessuna possibilità che il vaccino possa diffondersi nell’organismo, la proteina Spike è stata programmata per agire solo nel preciso punto dove deve”. Oggi, con le medesime motivazioni, viene garantita la bontà del nuovo preparato “che non è” dice Bertolaso “una quinta dose, ma un vaccino completamente nuovo”. Evviva. C’è qualcosa di peggio che infame, davvero desolante, nella propaganda di questa scienza stregonesca che rifiuta diabolicamente le centinaia di migliaia di vittime, di reazioni avverse, la proliferazione di tumori, metastasi, linfomi, malattie cardiache degli ultimi due anni e mezzo vale a dire il tempo tecnico tra inoculazione e conseguenze. Come da pochi e maledetti paventato. Ma è ancora Dalgleish a raccontare di forme maligne incontrollabili e improvvise. Che facciamo? Le teniamo nell’armadio?
Il tentativo è quello, ma gli armadi a lungo andare si sfondano. Anche per vicenda personale, visto che ci sto dentro, che sono uno degli effetti-affetti, non faccio che ricevere testimonianze: la lettrice che dopo il richiamo si sveglia sul tavolo d’ospedale, le si è fermato il cuore e l’hanno ripresa per miracolo; la settantenne sfinita, dopo la terza dose al marito trovano 4 carcinomi polmonari, mai fumato, un camminatore di montagna vigoroso che ormai non riesce più a salire una rampa di scale. I parenti: la zia cui tre dosi riaccendono un vecchio melanoma, il cugino, primario, che se ne scopre anche lui uno, ostinato, lo zio operato d’urgenza per un carcinoma cutaneo sulla testa. E, solo nel mio paese, che è piccolissimo, la spoon river di quelli che muoiono “all’improvviso” facendo il bagno al mare, seduti al ristorante, mentre portano in giro il cane. Mai nessun precedente, mai un sintomo, tranne l’inoculazione da Nobel.
C’è chi insinua, è un premio politico, e i sospetti non mancano: serve a tappare le bocche, a tener chiusi gli armadi, “i due scienziati hanno salvato miliardi di vite”. Questa diceria metropolitana viene colta come un teorema che si dimostra di per sé, le centinaia di migliaia di ammalati o morti in Italia, milioni nel mondo, liquidati come fatalità, sapendo che la “prova del diavolo” non te la dà nessuno e se anche qualcuno ci riesce basta ignorarlo o silenziarlo. Insomma a chi tocca tocca e se la sciroppa, un bel giorno ti dicono “lei ha una malattia potenzialmente letale” e devi arrangiarti anche psicologicamente. Mentre subisci i processi dei tribunali incrociati, chi ti dà del bastardo, del fascista (è successo a me), del vile perché ti sei vaccinato e chi perché dai la colpa al vaccino. E non gli importa la fine che fai, vogliono solo discutere le tue scelte, più o meno obbligate, di due anni e mezzo fa. E sarà anche vero che il mondo è per lo più composto di gente miserabile o che non ci sta sulla testa, ma perché santo Dio deve sopportarla uno che già non sa di che morte muore? Che ogni momento della sua vita, improvvisamente cambiata, distrutta, deve pure difendersi da invasioni e insulti deliranti? Intanto quelli che auguravano ai “novax” di morire male, di ridursi a poltiglia verde, di passare le pene dell’inferno fanno incetta di incarichi, di ingaggi: gente come gli Scanzi, le Lucarelli, gente come il Labate che si eccitava “esibendo il mio greenpass” invade i palinsesti, le ribalte, e già questo fa capire che il giornalismo come assunzione di responsabilità, come cerniera democratica, è bello che finito a troie. Niente più anticorpi, come dopo il Covid, ma chi augurava la morte e la malattia vive bene e nessuno gliene chiede conto, anzi li premiano. E nessuno si dissocia. Difendevano i vaccini, magari dopo avere irriso chi temeva il contagio (sempre lo Scanzi), qualcosa di cui vergognarsi a vita: niente, più tronfi di prima. Mi fanno schifo tutti questi, mi fa schifo il mio ambiente che è peggio del meretricio da strada, mi fanno schifo i lettori, e non solo loro, che usano una mia ingenua disperata testimonianza per tirare acqua al proprio mulino (ho imparato a schivare, a selezionare), mi fanno schifo quanti col coraggio di negare, a me, quello che sta succedendo a me, in me, i negazionisti che davano agli altri dei negazionisti, mi fanno schifo i virologi prostituiti, mi fa schifo questa politica omertosa che non prova neanche a mettere in discussione le sue scelte catastrofiche, che annuncia commissioni d’inchiesta per abortirle, mi fanno schifo tutte le istituzioni, dal vertice all’ultimo scantinato, che mi hanno mentito e fottuto, mi fa schifo la dittatura vaccinale che sia americana, russa o cinese, mi fa sommo schifo Fauci, mi fanno schifo i social, i debunker, l'informazione deformata, la controinformazione sciacallesca, mi fa schifo chi mi aveva garantito salute e intanto erogava la mia condanna, mi fa schifo chi mi ha ricattato, mi fa schifo una classe medica che adesso si pente ma non lo dice, lo lascia capire, mi fanno schifo i due premi Nobel che hanno escogitato un’arma di distruzione di massa e la chiamano salvezza dell’umanità perché ha permesso a qualche colosso farmaceutico di fare trilioni in breve tempo negoziandoli coi governi e coi poteri sovranazionali come l’Europa della schifosissima baronessa Ursula.
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