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Mauro Mantovani (bio-immunologo): "Commissione d'inchiesta indaghi su reazioni avverse da vaccino Covid, danneggiati trattati come 'affetti da malattie neurologiche' - ESCLUSIVA

Il dott. Mauro Mantovani, Direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano, per Il Giornale d'Italia: "Vergognoso si "marchi" il danneggiato da vaccino come "persona affetta da malattie neurologiche". "Siero più efficace prima delle 16 come ha detto Antonella Viola? FANTAScienza"

08 Agosto 2023

Mauro Mantovani (immunologo): "Commissione d'inchiesta indaghi su reazioni avverse da vaccino Covid, danneggiati trattati come "affetti da malattie neurologiche" - ESCLUSIVA

Il dott. Mauro Mantovani, Direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano, chimico sperimentale e bio-immunologo, docente di immunologia dei tumori e membro Senior alla British Society for Immunology (London) è stato intervistato in esclusiva dal Giornale d'Italia su temi quali la commissione d'inchiesta parlamentare, il vaccino Covid, reazioni avverse e recenti studi in ambito vaccinale.

Commissione d’inchiesta sul Covid prende quasi il via, il governo come dovrebbe affrontare la situazione relativa su vaccini e alle eventuali reazioni avverse? E chi dovrebbe essere a presiederla?

Mi auguro che sia una VERA Commissione. Deve affrontare sia le mancate cure (ad oggi ancora esistenti) sul Long-COVID che sulle incurie (di non si sa quale natura esattamente) durante la pandemia (per le quali, appunto, molte persone non curate a dovere o mal curate hanno sviluppato il Long-COVID). Per il vaccino è vergognoso che in questo Paese ancora in alcuni ambienti si rifiuti di considerare questo aspetto o lo si ignori oppure che ancora più doloroso e vergognoso si "marchi" il danneggiato come "persona affetta da malattie neurologiche" e lo si "cauterizzi" con antidepressivi ed ansiolitici ed altri farmaci che fanno precipitare queste persone nel massimo sconforto e abbandono. La Commissione DEVE essere costituita da persone che guardino al di là del sintomo e che siano competenti in varie materie (dato che sia il Long-COVID che la reazione avversa da vaccino tocca tutta la biologia dell'essere umano: immunologia, infettivologia, endocrinologia, neurologia, oncologia, fisio-patologia, ecc...). Se chi fa parte delle Commissione ha mente aperta e NON "protocollata" ma guarda al paziente nel Suo insieme, allora c'è una via d'uscita e si costruisce qualcosa di serio e professionale, altrimenti è l'ennesima cattedrale sulla sabbia.

2) Un recente articolo su Science incomincia a parlare di Long Vax, tra i cui sintomi abbiamo miocarditi, complicanze neurologiche e sbalzi di pressione sanguigna: cosa ne pensa? 

Tutti i sintomi correlati alla reazione avversa da vaccino prendono in considerazione l'apparato cardio-vascolare/neurologico (SNC/SNP)/immunitario/endocrino. I meccanismi sono molteplici e per alcuni versi estremamente complessi. Non vi è solo difetto nella cascata coagulativa (probabilmente geneticamente accertato e poi "acceso" dall'intervento farmacologico) ma vi è anche una componente estrinseca, determinata dalla reazione diretta al vaccino indipendentemente dalle predisposizioni. Si è già visto con AZ (che è stato prontamente ritirato dal Commercio), ma uguali sono i vaccini genici.

La risposta eccessiva magari in un paziente preventivamente asintomatico ma ugualmente con alcune "debolezze" ("weakness") dal punto di vista cardiologico ha dato un impronta talmente importante sia dal punto di vista eccipientistico sia da quello determinato dalla proteina spike prodotta come antigene che ha fatto sì che si generasse una risposta aberrante sia a livello "elettrico" che recettoriale che probabilmente immunologico (autoimmune) diretta proprio verso il muscolo cardiaco (vedi peri-miocarditi, endocarditi, scompensi atrio-ventricolari, diminuzione della frazione di eiezione, extrasistoli, fibrillazioni, ecc...).

Molti recettori sono ubiquitari. Significa che possiamo trovare un recettore per es. alfa e/o beta adrenergico sia nel cuore che nel SNC e/o SNP, ma anche nella muscolatura liscia per es. che avvolge gli organi come il polmone o l'intestino. Questi recettori possono funzionare da reazione agonista o antagonista e molto spesso entrambi. Questo spiega anche le manifestazioni intermittenti in queste persone che hanno sbalzi continui di reazioni "up" e "down", senza sosta e senza (apparente) motivo.

 
3) Un altro studio, stavolta di un team italiano pone l’accento sulla comparsa di alcune reazioni avverse come autoanticorpi e disordini autoimmuni: un parere?  

Questa importante pubblicazione pone l'accento sull'autoimmunità, materia compelssa e ancora per certi versi oscura e contradittoria. Ora sappiamo come l'organismo produca bassi livelli (fisiologici) di autoanticorpi per "protezione"; è una sorta di autoregolazione endogena, controllata finemente. E' chiaro che se questi autoanticorpi salgono improvvisamente e costantemente possono causare un danno oppure se vi è un danno nel frattempo possono instaurare ciò che viene chiamata immunopatologia. La "clinica" non è sempre manifesta in quanto ci vuole tempo perchè questi autoanticorpi sviluppino la capacità di instaurare una vera e propria patologia autoimmune (conclamata e quindi cronico-degenerativa). 
La ricerca che stiamo mettendo in atto presuppone invece un altro tipo di Autoimmunità, fino ad ora semi-sconosciuta o comunque conosciuta ma solo in ambito sperimentale e non clinico.

Molto spesso o fino a poco tempo si dava quasi per scontato che la Stanchezza cronica o la Tachicardia a riposo fossero conseguenza del troppo lavoro/studio o del troppo stress. Oggi si sa che sono correlati ad una eziologia di tipo auto-anticorpale. Ebbene, stiamo vedendo che sia nel Long-COVID che nelle reazioni avverse da vaccino sono presenti in tutti i soggetti questi autoanticorpi e la sintomatologia è sempre la stessa. 


L'autoimmunità e i Suoi meccanismi sono tra i più studiati in Immunologia e Immunopatologia: il tutto ha avuto inizio con Burnet a metà degli anni 40, poi ripreso da Mackay negli anni 60 e Pender nei primi anni del 2000 per spiegare la perdita di tolleranza nella selezione negativa a livelli del timo. Poi tra il 1964 e il 1966 è stata la volta del mimetismo molecolare con Damian, Kaplan e Zabriskie/Freimer in cui illustravano come alcune forme di autoimmunità si potevano sviluppare da un riconoscimento da parte di anticorpi e Linfociti CD8 che avevano in comune alcuni determinanti antigenici presenti sia in agenti infettivi che in proteine self (recettori, fattori di coagulazione, proteine strutturali, enzimi, citochine, ecc..). Per ultimo è stata azzardata un'altra teoria culminata in uno studio in vivo nel 2022 e partita da un'osservazione nel 2009 da Tsumiyama e Shiozawa e coll.ri che hanno individuato i Linfociti T helper follicolari come "driver" fondamentali di un imprinting a livello autoimmune dopo che questi ricevevano lo stesso antigene ripetuto più volte nell'arco del tempo (da cellule APC), anche senza l'ausilio di adiuvanti. Cosa strordinaria di questi ricercatori nipponici è la prova che questi Linfociti Tfh possono rendere autoimmuni anche cellule del sistema immunitario (B e T) di soggetti sani anche senza l'ausilio di antigene (una sorta di memoria antigenica autoreattiva).

 
4) Perché infettivologi ed igienisti continuano a proporre un richiamo annuale del vaccino ad emergenza finita, come già sostenuto dall’Oms?

Non lo so. Qualsiasi richiamo di qualsiasi vaccino andrebbe preso in considerazione SE e SOLO se manca la protezione immunitaria (sia a livello anticorpale che cellulare). Altrimenti è INUTILE e DANNOSO. In uno studio pubblicato a luglio 2021 si è evidenziato come nella popolazione della città metropolitana di Stoccolma (2.400.000 abitanti) il 65% fosse già immune da SARS-COV-2 ancor prima della sua comparsa per effetto dell'immunità eterologa (ben spiegata in innumerevoli articoli) e il 25% lo è diventato dopo la prima ondata. Totale: 90%. Non servono particolari doti e/o lauree per capire che se questo vale per gli svedesi...

5) Secondo uno studio israeliano ripreso da Antonella Viola, il vaccino è più efficace per chi lo ha fatto prima delle 16. Come commentare questa ricerca?

I processi di memoria nel cervello sono generalmente suddivisi in tre fasi, che possono anche essere utilizzate per classificare i processi di memoria nel sistema immunitario. Durante la fase di Codifica, le informazioni da ricordare vengono acquisite. Nel sistema immunitario, questa fase si riferisce all'assorbimento del patogeno da parte delle cellule che presentano l'antigene (APC). Nella fase di Consolidamento, le informazioni inizialmente labili vengono trasferite dall'archivio iniziale a un archivio a lungo termine. Per i ricordi nel cervello, le informazioni vengono spostate da alcune regioni del cervello ad altre; per i ricordi nel sistema immunitario, l'informazione (cioè l'antigene) viene trasferita dagli APC ai linfociti T. Durante il Richiamo, le informazioni memorizzate possono essere recuperate, rappresentate nel sistema immunitario dall'attivazione dei linfociti T e B della memoria. Sia per il cervello che per il sistema immunitario, il sonno e soprattutto il sonno a onde lente sembrano essere i più importanti per la fase di consolidamento dei processi di memoria.


Questo ad oggi, in maniera molto semplificata, si può dire riguardo ai Cicli circadiano o all'Immuno-Crono-biologia. Che le vaccinazioni siano meglio al mattino o al pomeriggio o alla sera, non lo "decide" il vaccinatore e/o il vaccino stesso (almeno non ancora...). Lo decide il Sistema Immunitario tipico e caratteristico di QUELLA persona. Il sistema Immunitario non è "telecomandabile" a piacimento anche se alcuni vorrebbero che lo fosse (e meno male che non lo è!).
Quindi, siamo ben lungi da queste "ipotesi ipotetiche" che nulla hanno a che fare con la scienza ma solo ed esclusivamente con la FANTAScienza (h). Il sistema immunitario si è evoluto, è maturato (anche a fatica) per milioni di anni, ed ha un SUO imprinting, che è di una perfezione così straordinaria e affascinante da lasciare talvolta ancora interdetti.


Concludo, dicendo che ora di finirla di voler giocare a fare il Padre Eterno; bisognerebbe (finalmente) tornare alle origini, magari un pò adattate ai tempi, ma avere dei comportamenti di vita naturali, che rispettano i ritmi, iniziando dall'alimentazione, lo stress continuo, le proprie relazioni, il sociale, ascoltare maggiormente i segni e interpretarli anche con qualcuno veramente esperto in materia, non farci più terrorizzare alla prima notizia gonfiata a dismisura, ascoltare e prendere decisioni dopo attenta riflessione e condivisione con chi ne sa veramente.

Chi è Mauro Mantovani, bio-immunologo


Mauro Mantovani è un Chimico Sperimentale, Bio-Tecnologo, Bio-Immunologo. Ha conseguito un Master in Immunologia di Base, Oncologica, nelle Malattie Infettive e nelle Patologie Autoimmuni alla Harvard Medical School (Boston). Docente di Immunologia dei Tumori Master di II livello, Docente di Immunologia Cellulare e Molecolare IMBIO Academy, Visiting Professor in Diagnostica Infettivologica alla St George Campus University, Membro Senior alla British Society for Immunology (London).

L'intervista è stata rilasciata a titolo personale.

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