20 Maggio 2022
Fonte: Wikipedia
Tutto quello che c'è da sapere sul nevo di Ota sull'occhio, ecco cos'è: cura, sintomi, rimozione, tumore, nei bambini. Anche chiamato col nome scientifico di melanocitosi oculo-dermica, si tratta di un'alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute e delle strutture oculari e peri-oculari. Il nevo di Ota è conosciuto soprattutto in Giappone e in Asia. In Europa la patologia è purtroppo ancora parecchio misconosciuta. In Italia se n'è parlato grazie alla modella Carlotta Bertotti, che grazie al suo impegno lo ha portato a sconoscenza di molte persone.
Il Nevo di Ota sull'occhio fu descritto per la prima volta nel 1938 dal medico giapponese Masao Ōta (Mokutaro Kinoshita). Proprio per merito delle sue ricerche, l'anno successivo, dunque nel 1939, la patologia ha finito col prendere il suo nome. Il nevo appare come una chiazza grigio-bluastra disposta lungo le prime due branche del nervo trigemino unilateralmente. Ci possono essere anche casi bilaterali, ma questi sono estremamente rari. La patologia interessa la regione sclerale dell'occhio nei due terzi dei casi (alto rischio per glaucoma). Istologicamente i melanociti sono presenti a livello dermico.
La patologia si è dimostrata più "affettuosa" verso le etnie asiatiche, e in particolare in Giappone. Nel Paese del Sol Levante, infatti, una persona su 200 porta il Nevo di Ota. In particolare, sembrerebbe che tale patologia colpisca di più le bambini che i bambini. Inoltre, non è solo presente alla nascita ma può anche apparire durante la pubertà. Il 4% dei pazienti poi rischia con gli anni sviluppare un melanoma uveale, cioè un tumore maligno, per cui è necessario eseguire periodici controlli con l'oftalmoscopio.
Non esiste una vera e propria "cura", nel senso classico del termine, del Nevo di Nevo di Ota. Tuttavia è possibile la sua rimozione. Questa può avvenire grazie alle moderne tecniche laser.
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