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Covid, interventi chirurgici "ridotti tra il 50 e l'80%"

Il presidente della Società italiana di chirurgia Francesco Basile ha spiegato che "ci troviamo nella stessa situazione del 2020"

10 Gennaio 2022

Covid, interventi chirurgici "ridotti tra il 50 e l'80%"

Fonte: lapresse.it

Per colpa del drammatico aumento dei contagi da Covid 19 in Italia (si teme presto un picco di 300 mila contagiati al giorno) sono stati ridotti del 50 e l'80% gli altri interventi chirurgici. "Le Aziende sanitarie sono costrette a destinare ampi spazi di ricovero ai pazienti Covid e le terapie intensive sono in gran parte occupate - ha detto la Sic -. Per questo "si assiste all'aggravamento delle patologie tumorali che spesso arrivano tardi in ospedale ormai inoperabili". 

Covid, interventi chirurgici ridotti tra il 50 e l'80%

"Posti letto di chirurgia dimezzati, blocco dei ricoveri in elezione, terapie intensive riconvertite per i pazienti Covid, infermieri e anestesisti delle sale operatorie trasferiti ai reparti Covid", continua la nota della Sic - Società Italiana di chirurgia. 

"In questo modo l'attività chirurgica in tutta Italia è stata ridotta nella media del 50% con punte dell'80%, riservando ai soli pazienti oncologici e di urgenza gli interventi. Ma spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio", ha spiegato il presidente della Società italiana di chirurgia Francesco Basile. "Nel 2021 non siamo riusciti, nonostante l'impegno delle autorità sanitarie e dei chirurghi a smaltire le liste di attesa accumulate nel 2020 per patologie chirurgiche in elezione - continua - e ciò anche se in molte Regioni si sono organizzate sedute operatorie aggiuntive su specifici progetti. Adesso le liste di attesa torneranno ad allungarsi a dismisura".

Francesco Basile ha inoltre affermato che ci si trova praticamente nella stessa situazione del 2020, "che ha portato come conseguenza 400.000 interventi chirurgici rinviati, notevole aumento del numero dei pazienti in lista di attesa e, ciò che è più pesante, si è assistito all'aggravamento delle patologie tumorali che spesso sono giunte nei mesi successivi in ospedale ormai inoperabili".

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