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Coronavirus, obesità raddoppia mortalità: ecco perchè

La spiegazione di Alexis Elias Malavazos, responsabile del Servizio di nutrizione clinica e prevenzione cardiovascolare presso il Policlinico San Donato

27 Gennaio 2021

Obesità

Obesità (fonte foto Lapresse)

Chi soffre di obesità rischia di più con il Coronavirus. A renderlo noto è Roberto Burioni, che sulla pagina Facebook 'Medical Facts' ha riportato la spiegazione di Alexis Elias Malavazos, responsabile del Servizio di nutrizione clinica e prevenzione cardiovascolare presso il Policlinico San Donato. "Molti studi hanno dimostrato che nei pazienti obesi la gravità della malattia Covid-19 aumenta, con maggiori probabilità di richiedere cure acute, ricoveri in terapia intensiva, intubazione e ventilazione meccanica" afferma Malavazos. "Come effetto finale - prosegue - un dato davvero scoraggiante: l’obesità raddoppia la mortalità nei pazienti ospedalizzati positivi al coronavirus ".

"L’obesità - ricorda l'esperta - è caratterizzata da un’infiammazione sistemica di basso grado, quindi i pazienti affetti da obesità sono più suscettibili alle infezioni a causa di una ridotta risposta immunitaria agli agenti infettivi. Ne consegue una maggiore morbilità e mortalità associate alle infezioni". E ancora: "Mostrano una ridotta risposta immunitaria alle vaccinazioni e al trattamento antimicrobico. Il tessuto adiposo che si accumula a livello dell’addome è considerato il principale responsabile delle malattie infiammatorie dell’obesità, che possono essere associate a una maggiore morbilità nelle malattie infettive" sostiene Malavazos.

Ciò si verifica anche nel caso del Coronavirus, continua l'esperta. "Nel paziente affetto da obesità, in particolare affetto da obesità addominale, nel quale vi è un rischio aumentato di complicanze cardiache e polmonari legate alla malattia. Questo è dovuto al fatto che il paziente con obesità ha già un grado di infiammazione di grado lieve, ma cronico, e in conseguenza dell’infezione da Sars-Cov-2 il processo infiammatorio aumenta di grado, diventando così molto severo (la cosiddetta tempesta citochinica)" afferma ancora preoccupata. 

Infine, la Malavazos lancia l'allarme: questo "non è un fenomeno che interessa solo i pazienti adulti o anziani, ma riguarda anche i pazienti giovani". "Per questo - conclude - è necessario identificare i soggetti a maggior rischio e porre ancora maggior attenzione all’obesità, una vera e propria malattia che porta con sé gravi conseguenze in campo cardiologico e cardio-metabolico, come ipertensione arteriosa e diabete".

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