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Riforma giustizia e separazione carriere approvata, ok anche a referendum confermativo in primavera 2026, Meloni: “Traguardo storico”

Con la riforma, l’attuale Consiglio Superiore della Magistratura viene sdoppiato in due organi distinti: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e quello della magistratura requirente. Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e composti da membri sorteggiati: per due terzi togati e per un terzo laici scelti da elenchi predisposti dal Parlamento. I membri resteranno in carica quattro anni e non potranno essere riconfermati

31 Ottobre 2025

Riforma giustizia e separazione carriere approvata, ok anche a referendum confermativo in primavera 2026, Meloni: “Traguardo storico”

Meloni-Nordio Fonte: Imagoeconomica

La riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere nella magistratura è stata approvata definitivamente a Palazzo Madama, tra le proteste delle opposizioni. Il disegno di legge costituzionale ha ottenuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Quello del 30 ottobre 2025 era il quarto e ultimo passaggio parlamentare previsto dalla Costituzione. Tuttavia, alla Camera non è stata raggiunta la maggioranza dei due terzi che avrebbe evitato il referendum confermativo, che con ogni probabilità si terrà nella primavera del 2026. La maggioranza ha già avviato le procedure per richiederlo. “Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo”, ha commentato la premier Giorgia Meloni dopo l’approvazione definitiva.

Riforma giustizia e separazione carriere approvata, ok anche a referendum confermativo in primavera 2026, Meloni: “Traguardo storico”

Si chiude così un lungo percorso politico e parlamentare, considerato dal Governo come uno dei punti cardine della riforma della giustizia. Grande soddisfazione anche da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha sottolineato: "Ringrazio il Parlamento. La maggioranza è stata ottima. Sono trent'anni che scrivo sulla separazione delle carriere. Mi auguro ora che sul referendum ci siano termini pacati, che non sia politicizzato". Il Guardasigilli ha poi aggiunto di essere "assolutamente pronto a un confronto in diretta con i magistrati dell'Anm in tv. Sono ben lieto di confrontarmi con chiunque nell'ambito di un incontro 'uno ad uno'".

Soddisfatti anche i 2 vicepremier. "Una giornata storica per l'Italia. Una dedica a Silvio Berlusconi e a tutte le vittime di errori giudiziari", ha scritto su X il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani. “Finalmente è arrivato a conclusione il percorso legislativo per la riforma della giustizia. Una giustizia al servizio del cittadino, non contro i magistrati”, ha aggiunto in un video che accompagna il post. "È una giornata storica perché si realizza il sogno di Silvio Berlusconi di una giustizia giusta. Adesso aspettiamo il referendum e saremo impegnati per sostenere il sì", ha ribadito.

Anche il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha commentato su X: "Fuori la politica e le correnti dai tribunali, separazione delle carriere e una giustizia finalmente più veloce ed efficiente. Promessa mantenuta! Ora prepariamoci a vincere il referendum confermativo".

Le novità della riforma

Il cuore della riforma è la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. All’articolo 104 della Costituzione, che stabilisce che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, si aggiunge che essa “è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente”.

Con la riforma, l’attuale Consiglio Superiore della Magistratura viene sdoppiato in due organi distinti: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e quello della magistratura requirente. Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e composti da membri sorteggiati: per due terzi togati e per un terzo laici scelti da elenchi predisposti dal Parlamento. I membri resteranno in carica quattro anni e non potranno essere riconfermati.

La competenza disciplinare nei confronti dei magistrati passerà invece all’Alta Corte disciplinare, composta da 15 membri, in prevalenza togati, ma con la presidenza riservata a un laico. Essa giudicherà sugli illeciti dei magistrati, secondo criteri che saranno definiti da una successiva legge ordinaria.

Un’altra novità riguarda i ricorsi: le sentenze potranno essere impugnate solo davanti alla stessa Corte, ma in diversa composizione, senza possibilità di ricorso in Cassazione come previsto oggi dall’articolo 111 della Carta.

Il testo stabilisce inoltre che entro un anno dall’entrata in vigore della riforma – e quindi dopo il referendum – dovranno essere approvate le leggi attuative.

Ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione, il referendum confermativo potrà essere richiesto entro tre mesi dalla pubblicazione della legge costituzionale da un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Trattandosi di referendum confermativo, non è previsto alcun quorum.

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