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Separazione carriere, approvata dal Senato riforma giustizia con 112 sì, 59 no e 9 astenuti, in primavera 2026 il referendum confermativo

Il disegno di legge che introduce la separazione delle carriere è stato approvato definitivamente dall'aula del Senato con 112 voti favorevoli su 181 presenti. Per Meloni il voto rappresenta un "traguardo storico importante verso un sistema più efficiente ed equilibrato"

30 Ottobre 2025

Separazione carriere, approvata dal Senato riforma giustizia con 112 sì, 59 no e 9 astenuti, in primavera 2026 il referendum confermativo

Il Senato dopo il voto

Il voto finale sul disegno di legge costituzionale relativo alla riforma della magistratura è passato. Oggi, 30 ottobre, l'aula del Senato ha approvato definitivamente la riforma promossa dal ministro Carlo Nordio con 112 voti favorevoli59 contrari9 astensioni.

Separazione carriere, approvata dal Senato riforma giustizia con 112 sì, 59 no e 9 astenuti, in primavera 2026 il referendum confermativo

La riforma che introdurrà la separazione delle carriere è stata infine approvata anche dall'Aula di Palazzo Madama che oggi, alle 10, si è riunita per deliberare su quello che è il quarto e ultimo passaggio parlamentare secondo iter costituzionale. Dopo la votazione, che su un totale di 181 presenti ha ottenuto ben 112 sì superando di nove punti la maggioranza, si è levato un lungo applauso, con l'esultanza dei senatori della maggioranza di centrodestra. Si è così completato, da parte del Parlamento, l'intero percorso legislativo sulla riforma in questione: il prossimo fondamentale passaggio sarà il voto dei cittadini nel prossimo referendum confermativo fissato per la primavera (probabilmente fra marzo e aprile) 2026. Con un sì popolare definitivo, la riforma entrerà ufficialmente in vigore diventando legge. Il voto popolare è necessario dal momento che le Camere non hanno raggiunto il quorum del voto favorevole dei due terzi dei componenti.

Immediato è stato il commento della premier Giorgia Meloni: "Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini". "Governo e Parlamento - ha aggiunto la premier su un post social - hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini". Lo scorso 18 settembre il disegno di legge proposto dal Guardasigilli Nordio era infatti passato alla Camera con 243 voti favorevoli109 contrari. Occasione nella quale era di fatto scoppiata confusione, coi membri dell'opposizione che avevano preso d'assalto i banchi del governo. Anche oggi tra i banchi dell'opposizione sono salite critiche: "È un disegno di scardinamento della costituzione - ha commentato a freddo Giuseppe Conte, leader del M5s, in un punto stampa in piazza San Luigi dei Francesi -, e da questo punto di vista non c'è un discorso tra destra e sinistra, non è uno scontro ideologico: è uno scontro con chi vuole difendere i pilastri della Costituzione".

Il disegno di legge prevede dunque, secondo articolo 3 del ddl, la separazione delle carriere tra giudice (magistratura giudicante) e pm (magistratura requirente), con conseguente sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura. A parte, una delle novità della riforma, l'Alta Corte di giustizia, "composta da 15 giudici", con l'obiettivo di "sanzionare" gli errori dei magistrati. L'Alta Corte dovrebbe prendere in carico alcuni compiti e funzioni attualmente ripartite fra il Csm e la Corte di Cassazione.

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