27 Ottobre 2025
Giuseppe Conte resta alla guida del Movimento 5 Stelle, ottenendo il suo secondo mandato con l’89,3% dei consensi. Un plebiscito per l’ex premier, unico candidato rimasto in corsa, che continuerà a dirigere il M5S per altri quattro anni. Al voto hanno partecipato in 59,720 dei 101,783 avente diritto, pari al 58.67%.
"Grazie a tutti. Ci impegneremo ancora di più per fare sempre meglio", ha commentato Conte dopo il voto, che ha visto 53.353 attivisti confermare la sua leadership contro 6.367 contrari. La competizione interna, pur formalmente aperta a tutti, si è rivelata una pura formalità: delle 77 autocandidature iniziali — tutte di semplici militanti, tranne quella del leader uscente — solo 21 erano state validate dal comitato di garanzia, ma la richiesta di 500 firme a sostegno ha di fatto lasciato in corsa il solo Conte.
Nel 2021, alla sua prima elezione come leader, Conte aveva ottenuto 62.242 sì su 67.064 votanti (affluenza 58,2%). Nel 2022, dopo la sospensione temporanea dei vertici, era stato rieletto con 55.618 sì su 59.047 votanti, ma con un’affluenza più bassa (45,2%). Ora la partecipazione è risalita al 58,7%, in linea con la consultazione “storica” del novembre 2024 sul nuovo Statuto — quella che ha sancito l’uscita di Beppe Grillo dai vertici del Movimento — alla quale aveva preso parte il 61,2% degli iscritti.
La base elettorale, tuttavia, si è ristretta: gli aventi diritto sono passati da 115.130 nel 2021 a 101,783 oggi. Per Conte, dunque, l’obiettivo era raggiungere la soglia simbolica dei 55 mila voti, che confermasse la solidità del suo consenso.
Con il nuovo mandato, Conte consolida il controllo del partito e ribadisce la linea politica. Ospite di Accordi e Disaccordi, ha chiuso le polemiche sulle alleanze: "Il Campo largo è un’espressione che ho sempre respinto ma ricompare sempre sui giornali, io non posso orientare il dibattito sui giornali. L’ultima posizione di Chiara Appendino, dicendo che ha votato, mi sembra abbia ridimensionato questo clamore mediatico. Noi più scomodi di così non possiamo essere. Abbiamo dato una identità forte, l’ha data la base, a questo partito. La base è la nostra linfa. Siamo nel campo progressista con una postura assolutamente indipendente. Le alleanze non possono essere mai precostituite".
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