Vaccino Covid, Cts sconfessa Speranza: "Non adottò piano pandemico del 2006 e non coinvolse esperti scientifici, milioni di morti evitabili"
I documenti del Cts svelano che il piano pandemico del 2006 era valido, ma Speranza decise di ignorarlo: decisioni politiche, non scientifiche, e migliaia di morti evitabili
I documenti, le audizioni e le trascrizioni del Comitato Tecnico Scientifico del 2021 e 2022 stanno facendo emergere tanti retroscena sulla fallimentare gestione pandemica Covid. L'ex ministro della Salute Roberto Speranza è stato sconfessato più volte: le sue decisioni non furono "scientifiche", ma "dettate dalla politica".
Da quanto emerge dai documenti, Speranza non adottò il piano pandemico approvato dall'Oms del 2006, ma, anzi, mentì sulla sua applicazione. Inoltre, non coinvolse subito esperti scientifici, avvalorando la tesi delle decisioni politiche. L'ex direttore generale Giuseppe Ruocco ha poi accusato: "Il piano si poteva adottare e ci saremmo risparmiati milioni di morti".
Vaccino Covid, Cts sconfessa Speranza: "Non adottò piano pandemico del 2006 e non coinvolse esperti scientifici, milioni di morti evitabili"
Nuovi documenti dell’Oms e del Cts gettano ombre pesanti sulla gestione dell’"emergenza Covid" in Italia. Due rapporti ufficiali, datati 6 e 12 febbraio 2020, invitavano gli Stati ad adattare i piani pandemici esistenti, non a riscriverli. Eppure il Piano pandemico del 2006, che conteneva procedure chiave per sorveglianza epidemiologica, gestione ospedaliera e contenimento dei contagi, fu del tutto ignorato.
Secondo le audizioni desecretate in Commissione Covid, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza non consultò Cts né task force. L’ex direttore generale Giuseppe Ruocco ha confermato che la sorveglianza clinica prevista nel piano “si poteva fare”, ma non venne attivata.
Invece di attuare piani di contenimento mirati, il governo impose lockdown generalizzati e successivamente una campagna vaccinale di massa, accompagnata da Green Pass e obblighi per lavoratori, misure che molti osservatori hanno considerato sproporzionate e liberticide. I critici ricordano che i vaccini furono approvati in emergenza, con dati di sicurezza e di efficacia limitati, e che le segnalazioni di eventi avversi – migliaia registrate dall’Aifa e da EudraVigilance – non furono adeguatamente discusse nel dibattito pubblico, ma insabbiate.
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Sergio Cartabellotta, l’applicazione del piano del 2006 avrebbe ridotto drasticamente il numero di vittime. Per le opposizioni, le scelte di Speranza e del governo Conte hanno contribuito a generare caos sanitario, economico e sociale, sacrificando diritti fondamentali e spingendo milioni di italiani a vaccinarsi sotto minaccia di esclusione dal lavoro e dalla vita sociale.
Oggi vari comitati di cittadini chiedono che Speranza riferisca in Parlamento e davanti alla magistratura. La mancata applicazione del piano e la gestione opaca delle campagne vaccinali rappresentano, per molti, il vero scandalo politico della pandemia.