03 Luglio 2025
Nicola Borrelli, dirigente generale dipartimento Cinema e Audiovisivo del MiC, fonte: Pierre Suu/Variety via Getty Images
Nella tarda serata di mercoledì 2 luglio, il ministero della Cultura ha comunicato le dimissioni di Nicola Borrelli, direttore generale del dipartimento di Cinema e Audiovisivo del dicastero dal 2009. Pochi giorni fa si era dimessa anche la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia. Le dimissioni volontarie, giunte al ministro Alessandro Giuli, sarebbero legate allo scandalo di Francis Kaufmann, l'uomo accusato dei delitti di Villa Pamphili, che nel 2023 avrebbe ricevuto 863 mila euro di fondi tax credit proprio dal MiC per finanziare un suo film mai prodotto.
Si è dimesso nella tarda serata di mercoledì 3 luglio il direttore generale del dipartimento Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura italiano, Nicola Borrelli. Lo ha comunicato in una nota il ministro stesso, Alessandro Giuli, cogliendo l'occasione per ringraziarlo e per confermargli "la propria stima per il lavoro svolto fin qui".
Le dimissioni arrivano in un momento di tensione per il MiC: solo una settimana fa, la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia ha abbandonato il suo incarico. Seppure le dimissioni siano state volontarie, non sono state motivate. Il pensiero cade su Villa Pamphili: Nicola Borrelli è stato colui che ha firmato l'autorizzazione al finanziamento da 863 mila euro alla pellicola, poi mai registrata, proposta da Francis Charles Kaufmann, l'uomo dietro alle vicende di Villa Pamphili. Indagato per l'assassinio della moglie, Anastasia Trofimova, di 26 anni, e della loro figlia di undici mesi, Andromeda, Kaufmann si era finto regista e aveva ottenuto uno sgravio da quasi un milione di euro di fondi tax credit da parte del MiC.
Borrelli aveva allora commentato: "Siamo sereni. Abbiamo consegnato tutte le carte, le abbiamo riviste e confermiamo che, rispetto ai decreti attuativi vigenti per quest’opera in particolare, tutte le carte erano regolari. Abbiamo chiesto un’integrazione con ulteriori documenti, non previsti dal decreto, e attendiamo questi per ulteriori valutazioni".
Non sarebbe stato quindi, l'influsso del caso Kaufmann a smuovere le poltrone del Ministero della Cultura: "Per molti questo caso ha aperto un vaso di Pandora, ma per noi al ministero era aperto da almeno tre anni. Abbiamo già svolto tantissime indagini e ispezioni ulteriori rispetto a quanto previsto dai decreti, molte delle quali segnalate alla Guardia di Finanza. Mi sembra strano tutto questo clamore ora per un film dietro al quale c’è una storia terribile, mentre quando il ministero ha provato a correggere il sistema non abbiamo ricevuto grande appoggio, anzi siamo stati accusati di voler mettere a tacere il cinema".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia