11 Giugno 2025
Fonte: LaPresse
Secondo l'Istituto Cattaneo di Bologna, circa il 15-20% degli elettori del Pd ha votato "No" al referendum sulla cittadinanza, il 5° quesito proposto alle urne l'8 e il 9 giugno. I dem quindi, che in tutti gli altri quesiti (quelli sul lavoro) ha raccolto un'adesione di oltre il 90%, si sono scontrati con una quota consistente di elettori contraria alla linea del partito. Anche la maggioranza del Movimento 5 Stelle ha votato "no" al quinto quesito, tranne che a Napoli e a Palermo (dove circa tre quarti si sono espressi per il sì) e a Roma dove la stima fra elettori 5 stelle che hanno votato "sì" e quelli che hanno votato "no" è paritaria.
L’analisi territoriale dei flussi elettorali rivela andamenti molto variegati. Sulla cittadinanza, il "no" ha prevalso nettamente tra gli elettori del Movimento 5 Stelle nelle regioni del Nord: a Milano ha votato contro il 61%, a Genova il 67%, a Bologna addirittura il 69%. Ma anche nelle tradizionali roccaforti della sinistra si sono registrate sacche di dissenso: a Bologna il 21% e a Firenze il 25% degli elettori del Pd ha votato "no". Curioso il comportamento di parte dell’elettorato leghista: circa un terzo degli elettori della Lega, nelle grandi città come Milano, Torino, Firenze e Napoli, ha deciso di partecipare al voto, scegliendo in larga parte il "no". A Palermo, invece, sono stati i sostenitori degli altri tre partiti della maggioranza di governo a mobilitarsi maggiormente, con Fratelli d’Italia – ufficialmente schierato per il non voto – diviso tra chi ha votato e chi ha disertato le urne. Anche a Torino, un elettore meloniano su tre ha deciso di esprimersi al referendum.
Interessante anche il comportamento registrato nel campo del centrodestra sul quesito riguardante il reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa: al Nord, tra gli elettori di Lega e FdI che hanno scelto di votare, una quota non trascurabile si è espressa a favore del "sì", in controtendenza rispetto alla posizione ufficiale dei partiti.
Infine, un dato trasversale e determinante: l’astensione. A pesare, in particolare, è stata la scarsa partecipazione nei piccoli centri. Nei comuni con meno di 15 mila abitanti, l’affluenza si è fermata al 28%, mentre nelle città con oltre 350 mila abitanti ha toccato il 37%. La distanza si riflette anche nel voto sulla cittadinanza: nei piccoli comuni, i sì hanno rappresentato solo il 75,3% dei voti raccolti dal cosiddetto “campo largo” alle Europee, mentre nelle grandi città la percentuale è salita fino al 92%.
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