23 Maggio 2025
Meloni e Salvini (fonte: Lapresse)
Esplode a livello locale con sempre maggiore forza la contrapposizione durissima tra la Lega e Fratelli d'Italia, appoggiata da Forza Italia. Sul terzo mandato lo scontro nella maggioranza si è inasprito ancora di più. Tensione alle stelle nella Provincia Autonoma di Trento. Lì dove il governo ha impugnato la legge di Trento che permetterebbe al presidente dell’ente Maurizio Fugatti (Lega) di essere eletto per la terza volta consecutiva, un rimpasto di giunta ha penalizzato una esponente del partito di Giorgia Meloni.
Ipotizzare una crisi di governo sul tema del terzo mandato è eccessivo ma all'interno del Centrodestra la tensione è palpabile e i leghisti sul territorio, soprattutto nel Triveneto, sono letteralmente furiosi con l'esecutivo e tornano a parlare, a microfono spento, di "Roma centralista", se non proprio di "Roma ladrona" (Vecchio slogan della Lega bossiana). D'altronde l'autonomia regionale differenziata che doveva essere corretta in Parlamento dopo i rilievi della Consulta si è completamente arenata e sul terzo mandato è stato stoppato Luca Zaia che è una bandiera della Liga e del Carroccio in generale. A quel punto i leghisti veneti hanno messo le mani avanti parlando di "linea del Piave" intendendo dire che il prossimo candidato Governatore in Veneto dovrà essere sicuramente un leghista, anche se non più Zaia ma quasi certamente Alberto Stefani. Da lì la ritorsione di Fratelli d'Italia e Forza Italia che hanno bloccato il terzo mandato anche per le regioni a statuto speciale portando prima alla crisi politica in Friuli Venezia Giulia e poi il caos Trentino.
Salvini lavora alacremente ai dossier del suo ministero, che non sono certo pochi viste anche le opere del Pnrr da rimodulare, ma forse dovrebbe anche occuparsi di ciò che sta accadendo nel profondo Nord perché si rischia davvero una frattura quasi insanabile, almeno sul territorio, che potrebbe portare alla rottura del Centrodestra. Il tutto con conseguenze anche a Roma. Perché dal Carroccio fanno sapere chiaramente che se questo è l'atteggiamento degli alleati, anche contro l'autonomia e non solo contro il terzo mandato, ci saranno certamente ripercussioni sull'iter in Parlamento sul premierato, caro ai meloniani di FdI, e anche sulla riforma della giustizia, bandiera soprattutto di Forza Italia. Per non parlare poi del lungo e difficile dibattito sulla legge elettorale da riformare e sulla Legge di Bilancio per il 2026 tutta da scrivere. E infatti, alla luce di questo scenario, qualcuno rilancia l'ipotesi che dopo l'estate la premier, stanca delle liti, dia l'ordine ai suoi del 'rompete le righe' e quindi correre alle elezioni politiche anticipate, addossando tutta la colpa alla Lega, magari sostituendo il Carroccio con Azione. Considerando che per Carlo Calenda entrare nel Centrodestra è impossibile fino a quando ci saranno esponenti come Roberto Vannacci (ora vice-segretario del Carroccio). Ma senza Lega per Calenda sarebbe un gioco da ragazzi allearsi con il centrodestra di Meloni e Tajani. Fantapolitica? Vedremo. Ma la tensione è ogni giorno sempre più alta.
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