15 Maggio 2025
Meloni e Salvini, fonte: imagoeconomica
La narrazione frequente è quella di una Giorgia Meloni che non si esporrebbe troppo sul fronte dei Volenterosi per non dispiacere a Trump e per non essere scavalcata a destra da Salvini.
Proviamo a “pesare” queste affermazioni. Trump è il presidente degli Stati Uniti ed il solo interlocutore che sia Russia che Ucraina riconoscono come forte per la famosa pace giusta e duratura. Trump, come stiamo vedendo, ha srotolato la propria visione programmatica: egli lavora per la pace non come principio morale ma come condizione essenziale per fare business. Giusto o sbagliato? Per rispondere dovremmo calcolare la tara di ipocrisia nascosta: la politica oggi è economia, è finanza, è relazioni.
Sono decenni che, sempre con maggiore intensità i mercati e i “club” dettano l’agenda; Trump lo fa alla sua maniera rompendo quelle grammatiche e riscrivendole. Trump vorrebbe fare affari con Putin? Certo che sì, ma comunque mai ne farebbe quanti ne hanno chiusi gli europei negli ultimi due decenni a cominciare da quell’energia che - annunci a parte - continuiamo a comprare in quantitativi sempre maggiori. Putin vorrebbe tenere saldo il feeling con Trump? Anche stavolta la risposta è sì, tant’è che egli sa di non poter troppo tirare la corda se non vuole finire schiacciato da una Cina (motivo per cui Trump non vuole rompere irrimediabilmente con Mosca) che oggi tratta la Russia “alla pari” ma che domani potrebbe invece imporre condizioni di acquisto e di prelazione più sbilanciate a suo favore. Per lo Zar il cartello Brics è una risorsa di gioco ma rischia anche di essere un cortile troppo stretto e poco conveniente. Pertanto Trump non vuole strappare con Putin per il fattore Cina; Putin non deve finire come la rana nel pentolone di Xi Jinping.
In tutto questo non c’è l’Europa, che invece si considera centrale e con peso sempre maggiore. Non è vero. Intanto la scelta di andare in Turchia dimostra il peso di Erdogan sulle partite che contano e su quel Mediterraneo mai seriamente considerato da Bruxelles.
Trump sta venendo sulle posizioni dell’Europa? No, Trump gioca con l’Europa a seconda di quel che gli conviene. L’Europa non pesa perché non è: fintanto che non ci liberiamo di questo equivoco nessun passo avanti lascerà una impronta. L’asse dei Volenterosi è la somma delle ambizioni di Macron e di Starmer cui si aggregano Merz (bisognoso di una legittimazione dopo lo schiaffo preso dal parlamento tedesco) e qualche altro. Che la Meloni, quindi l’Italia, debba unirsi ai Volenterosi altrimenti ballerebbe da sola o indebolirebbe l’Italia non ha senso: la indebolirebbe rispetto a cosa? Ad una Europa che non c’è? Noi continuiamo grandi discussioni (anche ieri Draghi e Mattarella) sull’epica europeista ma che l’Europa non sia un soggetto è confermato anche dal fatto che non abbia un esercito perché non ha una politica di difesa, una politica estera, una sua rete di diplomazia. L’Europa si arma per difendersi dalla Russia? Beh, se davvero crede davvero a questa versione allora deve mandare adesso i propri soldati in Ucraina, ovviamente con tutte le conseguenze del caso. Non lo fa e non lo farà mai.
Giorgia Meloni non è mai stata una fanatica dell’epopea europeista e ha sempre evidenziato le crepe di tale narrazione, sa che questo è il momento per incunearsi nelle contraddizioni della Ue e lavorare per una nuova architettura dove gli Stati contano in una Europa che non li schiaccia o li elide. È la continuazione della visione che aveva e ha. Lo spauracchio di Salvini che le ruberebbe voti a destra o che sarebbe pronto a una crisi politica non esiste: se Salvini dovesse alzare la temperatura dentro il governo e avvicinarsi alla crisi di governo tipo Papeete per intenderci, il gruppo parlamentare lo metterebbe in minoranza! Mi spiace per l’amico Matteo ma sta facendo solo confusione: cos’è la Lega? Quali sono le battaglie? Per cosa si identifica? Lo sa che Vannacci va in giro a dire che vuole "vannaccizzare" la Lega? La classe dirigente della Lega è la Sardone? Auguri.
Di contro, Giorgia Meloni - ma ne riparleremo meglio in seguito - dovrebbe preoccuparsi del silenzioso malcontento che monta tra i piccoli imprenditori e nel ceto medio di professionisti e partite Iva: al di là di qualche piccolo intervento, nei capannoni dei cumenda si inizia a sentir dire che “il governo si deve dare una sveglia, perché per le imprese non sta facendo niente”. Occhio, perché lo smottamento delle recenti leadership è cominciato da questi borbottii.
di Gianluigi Paragone
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