11 Aprile 2025
La visita di Stato in Italia dei Reali Inglesi, Re Carlo III e sua moglie Camilla Parker Bowle dal presidente Sergio Mattarella, ha destato uno scalpore ed una attenzione particolari su tutti i media che hanno suscitato in me ricordi, curiosità e perplessità.
Se non ricordo male il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro o il Presidente Francesco Cossiga criticò la Regina Elisabetta ll perché spendeva troppo per mantenere tutta la sua corte e si badi bene che la corte inglese viene pagata dalla famiglia reale, mentre la corte real repubblicana la pagano gli italiani
Inoltre, se non ricordo male, lessi che i Savoia pagavano le cene Ufficiali della corte italiana con i propri cespiti.
Subentrata la Repubblica, capisco che il Presidente degli Italiani, uomo politico privo dei cespiti di reale stirpe, avrebbe dovuto attingere ai fondi pubblici, ovvero al danaro che arriva nelle casse dello Stato per effetto delle tasse imposte agli italiani, ma dover prendere atto che lo sfarzo sia maggiore di quello di altre rappresentanze repubblicane del mondo, crea un certo imbarazzo a chi, per mettere insieme il pranzo e la cena, suda sette camicie.
Ma ormai siamo arrivati a fasti ben più elevati di quelli della Corte dei Savoia sia nelle cerimonie pubbliche che in quelle di rappresentanza connesse a pranzi, cene o altri eventi programmati nelle sale del Potere Temporale dei Papi che, dai Papi sono passate nella disponibilità prima dei Reali d’Italia ed ora del Presidente della Repubblica.
Un Presidente che si pone come un novello Re Repubblicano, anche per effetto delle ormai due successive rielezioni, in cui per la seconda volta è stata superata, con una naturalezza inusitata, la portata giuridica sancita dall’articolo 85 della Costituzione, che fissa il principio della durata del mandato presidenziale per soli sette anni e che, non prevedendo né la rieleggibilità, né l’esclusione di un presidente già eletto, dovrebbe indurre, comunque, per ragioni di opportunità e di correttezza costituzionale, sempre alla elezione di un nuovo presidente, visto che il mandato settennale è temporalmente quasi un doppio mandato rispetto a quello statunitense o di quello francese.
Ed è così che vivere nelle stanze che furono la sede storica del Papato, nel palazzo più importante del mondo, a confronto del quale la Casa Bianca è la sede di un morto di fame e quella di Buckingham Palace è la residenza di un ricco che ha copiato quella di Versailles,
può farti venire -sol al pensiero del settennato- il senso dell’onnipotenza.
E si che i Francesi che se ne intendono di onnipotenza, non solo hanno limitato il mandato presidenziale a cinque anni, ma non hanno permesso, neppure, ai loro Presidenti di poter fissare la loro residenza presidenziale nel Palazzo di Versailles, in ossequio al principio che anche se si diventa presidenti di una Nazione come la Francia, la grandeur è del popolo e non di chi, lo rappresenta.
Invece, in Italia, la grandeur italiana è passata di mano dal Re Savoiardo al Re nostrano italiano, senza che i nostri padri costituenti comprendessero quanto sarebbe stato deleterio premiare il fortunato vincitore del Toto Costituzionale assegnandogli con i brividi dell’elezione la consapevolezza del potere assoluto che, neppure il Re Savoiardo aveva potuto permettersi, tanto che era stato spodestato e mandato in esilio.
Immaginate il fortunato vincitore del lotto Costituzionale che, assaporando di giorno in giorno il senso del potere “non responsabile”, per affermazione della stessa Carta Costituzionale (sic art. 90), che consente di sentirsi non solo un RE, ma un Imperatore intoccabile quanto e più dell’imperatore per dinastia del Giappone, venga poi anche osannato dal sistema di regime tanto da mandare in onda il filmato della cena real repubblicana in onore dei reali inglesi, in cui si vede alle spalle dei commensali reali persino un generale dell’Arma dei Carabinieri in uniforme da cerimonia che sembrava un lacchè.
Certo è che i Carabinieri morti per la Patria si saranno rivoltati nella tomba.
Gianfranco Petricca, generale dei carabinieri in congedo
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