04 Aprile 2025
Vincenzo Armanna (fonte: Imagoeconomica)
Mercoledì 2 aprile dissequestrato, il 3 aprile restituito e risequestrato nello stesso momento: al Tribunale di Milano è quasi scontro legale sul cellulare dell'ex dirigente Eni Vincenzo Armanna, da cinque anni in custodia. L'I-phone 11 in questione non era mai stato "aperto" e controllato dall'anno del sequestro, 2020, in quanto non si era riuscito ad ovviare con la tecnologia al rifiuto di Armanna di dare la password di accesso.
La restituzione del telefono è stata più volte richiesta dai legali dell'ex dirigente, ed era stata accolta nel processo che vede Armanna imputato, con l'ex avvocato Eni Piero Amara, di calunnia contro l'ad Eni Claudio Descalzi. Il 20 marzo, prima della consegna del telefono, i pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini avevano risequestrato "di propria iniziativa" il cellulare, nell'ambito di un altro processo che vede coinvolti Armanna e Amara.
Il 2 aprile un altro ribaltone: il Tribunale di Milano accoglie il ricorso degli avvocati dell'ex dirigente e annulla nuovamente il sequestro del telefonino, in quanto i pm Amadeo e Filippini non avrebbero dovuto procedere da soli al sequestro ma avrebbero dovuto chiedere la giudice. Il 3 aprile quindi i legali di Armanna si recano in Procura per ritirare il cellulare come stabilito dal ricorso ma, insieme al decreto di restituzione firmato dalla Procura, alla difesa viene contemporaneamente notificato un provvedimento della X sezione del Tribunale di Milano con cui si riordina il sequestro dell'I-phone 11, su richiesta di Amadeo e Filippini: secondo i pm "è evidente la rilevanza probatoria del telefono". In giugno sarebbe quindi possibile che in contraddittorio tra le parti si discuta il conferimento di una perizia sul telefono, che verrebbe per la prima volta aperto e scandagliato dopo che di esso negli anni non era mai stata fatta una copia forense.
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