07 Marzo 2025
L'ex senatore della Lega Simone Pillon è stato intervista dal Giornale d'Italia per discutere sul nuovo ddl del governo per introdurre il reato di femminicidio. Un provvedimento presentato dai ministeri di Giustizia, Interno, Famiglia e Riforme istituzionali che sta già spaccando il mondo politico e non. Ecco cosa ne penso l'ex senatore.
Che ne pensi della mossa del governo di introdurre il femminicidio come reato?
"Credo non sia la strada giusta continuare a inasprire la pena, manifestare chissà quali inasprimenti, aumenti di pena ecc... Non porta da nessuna parte, la sanzione penale c'è già, il procedimento d'urgenza pure. Per queste situazioni abbiamo messo miliardi su centri antiviolenza, se non si affronta il problema per quello che è non se ne esce.
Cioè?
"Si fa finta di non vedere due cose: la stragrande maggioranza della violenza sulle donne è fatta da clandestini ed extracomunitari ma questo è un argomento tabù. Cominciamo a mandare a casa questa gente e risolviamo l'80% del problema della violenza sulle donne. Donne che vengono ammazzate, violentate o oppresse in percentuali stratosferiche. Certe religioni sostengono che la donna è un essere inferiore, cominciamo a dire loro che la donna non va picchiata. Chi è violento deve essere messo in galera ma già oggi la legge lo prevede. Dall'altra parte va rifuggita la retorica della guerra dei sessi: non c'è nessun patriarcato, l'unica dinamica che va sostenuta è l'alleanza tra maschi e femmine. Non vanno colpevolizzati tutti i maschi. I bambini e i ragazzini vengono terrorizzati e vien fatto credere loro che siano stupratori. La famiglia sana protegge dalla violenza e insegna i veri valori della relazione. I Paesi nordici che hanno le leggi più dure contro la violenza sulle donne e leggi femministe sono quelli in cui si concentrano le maggiori violenze".
Però il governo è compatto su questa cosa
"Perché è diventato un argomento talmente tabù che nessuno ha il coraggio di alzare la mano e dire che l'80% di denunce diventano assoluzioni o remissioni delle querele. Le denunce molto spesso vengono usate per ottenere condizioni migliori in sede di separazione o divorzio. Io quando ero in Senato avevo tentato una battaglia ma scappano tutti a gambe levate.
Il problema vero è che molti anche nel centrodestra, tra cui il ministro della famiglia Roccella, sono di impostazione femminista. Lei poi è una femminista radicale. L'ho difesa quando veniva attaccata dal mondo LGBT, ma sbaglia quando porta avanti politiche di sinistra contro i padri e contro i maschi a prescindere, e sbaglia ancor di più quando difende la legge sull'aborto.
Mi piacerebbe che questo governo di conservatori uscisse dalla dinamica di sinistra che è capace solo di mettere maschi contro femmine e avesse un approccio di destra al problema della violenza mettendo due semplici punti fermi;
primo: espulsione immediata per gli stranieri che non condividono la pari dignità della donna;
secondo: basta coi maschi cattivi e le femmine buone: si promuova la famiglia formata da uomo e donna e l'alleanza tra maschi e femmine".
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