15 Febbraio 2025
Dietro il silenzio dei principali leader internazionali riguardo agli attacchi verbali della Russia a Sergio Mattarella, si nasconde una preoccupante riflessione che giunge dritta al cuore del Quirinale. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump non ha preso posizione dopo le durissime parole espresse dalla portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, nei confronti del capo dello Stato italiano. Un’assenza di parole che non è sfuggita ai più attenti, e che al Colle ha suscitato grande delusione.
Secondo voci interne al Quirinale, il silenzio di Trump è particolarmente significativo. L'attuale presidente degli Stati Uniti ha scelto di non commentare la situazione, ignorando un’occasione che, per molti, avrebbe rappresentato il momento ideale per ribadire la solidarietà degli Stati Uniti verso l’Italia. Per gli uomini del Quirinale, questa reticenza rischia di essere interpretata come una sorta di legittimazione alle parole russe. In un contesto simile, è difficile non pensare che una presa di posizione netta da parte di Trump avrebbe avuto il potere di smorzare le tensioni così come sarebbe stato utile per ribadire solidarietà ad un paese, l'Italia, alleato storico degli Stati Uniti d'America.
"Con Biden alla Casa Bianca, sarebbe stato diverso", è il commento che circola. La solidarietà del past-president americano sarebbe stata immediata e senza ambiguità, un chiaro messaggio di supporto in un momento di grave difficoltà. Al contrario, Donald Trump, noto per le sue dichiarazioni spesso controverse in politica estera, non ha speso nemmeno un tweet per sostenere l’Italia di fronte a un attacco diretto al suo massimo rappresentante.
Anche a livello nazionale, il silenzio di Salvini non è passato inosservato. Seppur lontano dalla Casa Bianca, il leader della Lega, per molti versi più vicino a certe posizioni politiche internazionali, non ha commentato le parole di Zakharova. Una mossa che, per alcuni, appare come un sostegno implicito alla Russia, soprattutto in un momento in cui il paese sta vivendo una crescente pressione sul piano internazionale. La sua indifferenza alle minacce nei confronti di Mattarella sembra allinearsi con una certa ambiguità, che non sfugge né agli addetti ai lavori né all’opinione pubblica.
Al Quirinale, infatti, si è registrata una sensazione di dispiacere per una mancanza di risposte chiare, da parte sia di Trump che di Salvini, di fronte a una situazione che avrebbe dovuto richiedere una condanna forte e unanime. Il silenzio, in questo caso, non è stato solo un vuoto di parole, ma un segnale che ha suscitato non poche perplessità. Il governo italiano, oltre che il Presidente Mattarella, hanno dovuto fare i conti in questi anni con la realtà di una politica internazionale sempre più fragile e imprevedibile, dove alleanze e solidarietà sono spesso soggette non a calcoli geopolitici complessi ma a semplici personalismi.
Così, mentre il Quirinale osserva il disinteresse di alcuni protagonisti politici, la consapevolezza che l’Italia, nella sua posizione di equilibrio tra alleati e avversari, ha bisogno di un sostegno esplicito e immediato da parte dei suoi partner internazionali si fa sempre più evidente. In un momento delicato come quello attuale, la parola "solidarietà" dovrebbe essere, secondo chi osserva da dentro il Colle, un segnale forte e chiaro, capace di rafforzare la posizione del nostro paese nel contesto internazionale. Ma, come dimostrato dal silenzio di Trump e Salvini, non tutte le voci sono disposte a farsi sentire con la stessa intensità a favore dell'Italia.
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