29 Gennaio 2025
Oggi in Cassazione si deciderà se il processo per truffa aggravata ai danni dello Stato, legato alla cassa integrazione Covid, in cui è imputata Daniela Santanchè verrà spostato a Roma o rimarrà a Milano. La ministra del Turismo è stata più volte criticata dalle opposizioni e dal suo partito, ma ha risposto che nessuno le ha "chiesto di fare un passo indietro".
Oggi, mercoledì 29 gennaio, si svolgerà l'udienza camerale in Cassazione, per decidere sulla competenza territoriale sul caso per il quale è indagata la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Lo scorso 23 ottobre la gup di Milano Tiziana Gueli aveva accolto la questione sollevata dagli avvocati difensori, cioè la richiesta di trasferire gli atti del processo da Milano alla procura di Roma.
La difesa della Santanchè, rappresentata dall'avvocato Nicolò Pelanda, sostiene che del caso si debba occupare la magistratura della capitale, in quanto "lì si trova il server dell'Inps e anche perché il primo versamento è intervenuto su un conto romano". Il pg della Cassazione sostiene invece che il processo debba continuarsi nel capoluogo lombardo, siccome la "truffa è stata condotta in modo continuato sui dipendenti", del gruppo Visibilia, "e l'ultimo pagamento è avvenuto su un conto a Milano".
Nel caso per cui è imputata la ministra del Turismo risultano coinvolti 13 dipendenti delle società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl, i quali sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore a loro insaputa. La decisione della Cassazione è attesa per la mattinata di domani.
La ministra nei giorni scorsi si era difesa dalle accuse e critiche che le venivano mosse sia dalle opposizioni e dal suo partito. "Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani", ha detto Daniela Santanchè, aggiungendo poi, in merito alle richieste di dimissioni, che se la premier Giorgia Meloni le chiedesse di dimettersi la ministra non avrebbe dubbi.
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