13 Maggio 2024
Conte e Speranza, fonte: imagoeconomica
La task force Covid di 74 membri istituita dal ministro della Salute Roberto Speranza e da quello per l'Innovazione Tecnologica Paola Pisano, aveva sconsigliato al governo Conte di adottare il lockdown. L'ipotesi di una chiusura serrata in Italia come in Cina nelle prime fasi della pandemia, non era presa in considerazione dagli esperti che aveva voluto lo stesso Speranza. Piuttosto un modello più soft, come quello adottato dalla Svezia, che aveva pensato di proteggere le categorie più esposte al rischio di morte per Covid. Tutto inutile, Conte e Speranza fecero il contrario.
Ed i risultati si sono visti. Il lockdown totale di attività servizi e negozi con tanto di coprifuoco obbligatorio per le persone, ha obbligato nel tempo diversi imprenditori ad abbassare le serrande definitivamente, con migliaia di esercizi chiusi e mai più riaperti, oltre a persone lasciate senza stipendio per mesi.
Da delle carte emerse assieme ai verbali del Cts, in un documento del 8 giugno 2020 si discute di relazioni tra lockdown e sviluppo della pandemia, la task force degli scienziati scriveva in merito al peso "relativamente contenuto dei flussi di interconnessione regionale" ovvero che non vi fu particolare aumento di infezioni con lo spostamento permesso tra regione e regione.
Nessuna possibilità di ascolto da parte del governo, che andrò dritto per la sua strada: lockdown e coprifuoco. No al modello Svezia, sì al modello Wuhan. No anche all’opzione dei test sierologici di massa per provare ad allentare le restrizioni per chi fosse già uscito indenne dall’infezione Covid. Speranza ascoltò invece il suo consigliere Walter Ricciardi: restrizioni forti, nei primi mesi del 2020 e pure dopo l’estate, con il via libera del sistema a "colori" delle Regioni che – miste al coprifuoco – accompagnarono l’Italia fino all’arrivo del Governo Draghi con l’inizio della vaccinazione.
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