26 Aprile 2024
Per chi conserva nella memoria un pizzico della migliore produzione televisiva che fu, non sarà difficile ricordare la presenza di Giordano Bruno Guerri al Maurizio Costanzo Show, scrittore e saggista di altissimo spessore, nonché intellettuale raffinato, che non si è mai omologato al "pensiero dominante".
Bruno Guerri fu uno dei pochi che, in uno scambio di battute con quel genio che fu Carmelo Bene, disse "guardi che per me la parola fascista non è un insulto".
Capirete che se c'é un personaggio autorevole nella querelle degli ultimi giorni sul 25 aprile e sulla vicenda Scurati, quello è lui.
Così, interpellato da varie testate che, chi più chi peno, hanno cercato di stuzzicarlo e portarlo sui lidi delle proprie ragioni, Guerri è riuscito a rimanere libero e a stupire.
Le sue parole risuonano come grido di disperata sapienza, qualcosa che oggi manca nel nostro mondo mediatico fatto di fazioni e clamori da mercato del pesce.
Allora non c'é da stupirsi se, sulla mancata presenza televisiva di Scurati, non ha gridato alla censura, ma con molta intelligenza ha dichiarato: "Non sappiamo se è saltata per tircheria della Rai o perché lui voleva più soldi". Parole di grande intelligenza che farebbero saltare dalla sedia il primo dei finti partigiani che oggi sventolano la bandiera rossa e cantano Bella Ciao.
Ma è quanto ha affermato sull'antifascismo che lascia piacevolmente sorpresi, se non addirittura stupiti, specialmente in merito alle considerazioni su questo Governo da lui definito troppo conservatore nei diritti: "Sono antifascista e a giugno voterò Forza Italia" - per poi proseguire - "Le polemiche sull’antifascismo sono state originate da Palmiro Togliatti con la sua legge sull’amnistia verso i fascisti nel secondo dopoguerra. Per non creare problemi Togliatti fece questa scelta, altrimenti in Italia avrebbero dovuto processare milioni di italiani. Da lì è rimasta l’idea che gli italiani fossero ancora fascisti ma gli italiani son bravi a cambiare e soprattutto non sopportavano più il fascismo dopo cinque anni di guerra. Se uno si comporta in modo democratico e liberale c’è bisogno che si dica antifascista? Mi sembra che le leggi e le norme della Costituzione siano state sempre rispettate da De Gasperi in avanti. E tracce di fascismo nelle Istituzioni della Repubblica italiana non le ho mai viste, perciò si tratta di un finto bersaglio".
Ogni ulteriore commento alle parole di Giordano Bruno Guerri ci sembra superfluo. In poche battute ha confermato, ove ce ne fosse bisogno, di essere un intellettuale svariate spanne sopra la concorrenza.
Di Aldo Luigi Mancusi
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