18 Febbraio 2024
Matteo Salvini, fonte: imagoeconomica
La Lega ha presentato una proposta di legge "pro-Israele", nella quale si intende vietare le manifestazioni in cui si esprimano critiche allo Stato ebraico. Una proposta che porta la firma del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e adotta la definizione di antisemitismo formulata dall’Assemblea plenaria dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), che inquadra l’antisemitismo "una determinata percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici". Gli stessi storici come David Feldman considerano questa definizione "sconcertante".
La Lega si fa avanti e presenta una proposta di legge a supporto di Israele. Il Carroccio non ha mai negato di stare dalla parte del governo di Netanyahu, anche se l'occidente sta pian-piano abbandonando Bibi. Pochi giorni fa alla Camera è passata una mozione che chiede il 'cessate il fuoco' a Gaza, chiesta dal Pd, con l'ok del premier Giorgia Meloni.
Tornando alla proposta di legge, la definizione di antisemitismo sulla quale si appoggia la Lega sta attirando non poche critiche, in quanto vengono antisemiti atteggiamenti ascrivibili piuttosto all’antisionismo. Le manifestazioni di piazza, come possono essere quelle pro-Palestina degli ultimi mesi, possono esser vietate "per ragioni di moralità", anche in caso di “rischio potenziale” per l’uso di "simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge".
A caldeggiare la proposta è stato lo stesso leader leghista Matteo Salvini in occasione della Giornata della Memoria. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha riferito di aver elaborato il testo del ddl con l’aiuto dell’Unione Associazioni Italia-Israele.
David Feldman, professore di Storia e direttore dell’Istituto Pears sullo Studio dell’Antisemitismo di Londra, ha definito "sconcertante" l’imprecisione con la quale l’antisemitismo viene definito all’interno della definizione dell’IHRA, rendendo la definizione stessa inefficace anche nello scopo che si prefigge, ovvero tutelare gli ebrei dagli atti discriminatori. A suo parere, inoltre, la definizione presenta anche un rischio concreto che "l’effetto complessivo faccia ricadere sui critici d’Israele l’onere di dimostrare di non essere antisemiti".
Ma anche un centinaio di organizzazioni israeliane e internazionali (tra le quali B’Tselem, Human Rights Watch e Amnesty International) hanno richiesto alle Nazioni Unite di non adottarla, proprio perché "utilizzata impropriamente".
A creare problemi sono 7 degli 11 "esempi di antisemitismo contemporaneo" offerti dalla definizione, tra i quali "negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo", "applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico", "fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti" e "considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia