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Legge caccia 157, aggiornamento choc di FdI: "Fucili in mano già a 16 anni, orario allungato a fascia serale, divieti solo sul 30% del territorio"

In Senato le proposte di modifica presentate dall’eurodeputato Fdi Sergio Berlato. A gennaio partirà la discussione parlamentare

28 Dicembre 2023

Caccia fucili

Facebbok @Daniele Porro

Il 1° dicembre 2023, il governo Meloni ha annunciato un impegno significativo: la revisione della legge 157/92 sulla caccia. L'urgenza di riformare la normativa italiana sull'attività venatoria è stata sottolineata da alcuni esponenti di Fratelli d'Italia. In risposta a diverse sollecitazioni, il sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Patrizio La Pietra, ha dichiarato a nome del governo che la discussione parlamentare inizierà a gennaio.

Revisione legge caccia 157/62, il testo scritto da Sergio Berlato (FdI) e depositato in Senato

Durante un evento a Pistoia intitolato "I grandi ecologisti. Il ruolo di agricoltori, allevatori, cacciatori e pescatori nel legame tra natura e sviluppo", La Pietra ha affermato che il Parlamento esaminerà le proposte di modifica alla legge sulla caccia subito dopo l'approvazione della legge di bilancio, prevista entro la fine dell'anno.

La riforma sembra mirare a rilassare le regole per i tempi e le modalità dell'attività venatoria, consentendo la caccia anche a coloro che hanno 16 anni, previa autorizzazione del tutore. La legge attuale, infatti, permette la caccia solo ai maggiorenni.

Il 5 dicembre scorso, l'onorevole Bartolomeo Amidei ha depositato in Senato, nona commissione, un testo redatto dall'eurodeputato Fdi Sergio Berlato. Questo testo, ritenendo obsoleta la legge statale sulla caccia, propone una riforma per garantire una gestione più adeguata del patrimonio faunistico e degli habitat naturali. Prima di essere presentate al Parlamento, le proposte di modifica hanno raccolto oltre 500mila firme attraverso una petizione popolare promossa dall'Associazione per la Cultura Rurale, presieduta da Berlato.

Legge caccia 157/62, l'obiettivo è abbassare l'età minima a 16 anni e ridurre le aree protette

La riforma propone di abbassare l'età minima per ottenere l'abilitazione all'esercizio venatorio a 16 anni, con l'obbligo di una firma di assunzione di responsabilità da parte del tutore. Si propone anche di ridurre le aree protette al 30 per cento (20 per cento nella zona alpina) e consentire la caccia in tali aree, nonché sui terreni coperti da neve e quelli allagati dalle piene di fiumi, in contrasto con le attuali restrizioni dell'Unione europea. La nuova normativa abolisce le giornate di silenzio e modifica il calendario stagionale, aprendo la stagione di caccia nella prima decade di settembre e chiudendola nella terza decade di febbraio.

Modifica legge caccia 157/92, tra i provvedimenti anche l'estensione dell'orario di caccia

Altre modifiche includono l'estensione dell'orario di caccia fino a un'ora dopo il tramonto del sole, la possibilità di catturare qualsiasi specie cacciabile come richiamo, e l'eliminazione dell'obbligo di scegliere in via esclusiva la forma di caccia. Inoltre, un articolo separato tratta dell'addestramento dei cani con sparo in campi appositamente autorizzati, ora considerati momenti di caccia.

Le sanzioni per alcune infrazioni minori passerebbero da penali a amministrative secondo gli articoli 15 e 16, e si prevede anche la riorganizzazione dell'Ispra, che dovrebbe essere sottratto al ministero dell'Ambiente e posto sotto la presidenza del Consiglio dei ministri. L'articolo 1 sancisce il diritto delle regioni di istituire Istituti regionali per la fauna selvatica.

Il senatore Amidei ha sottolineato che "gestione non significa imbalsamazione, come tutela non significa intoccabilità", evidenziando che la normativa italiana è attualmente la più restrittiva d'Europa.

Legge caccia 157/92, Amidei ritira la proposta di legge: "Mai concordata con il governo”

Una svolta importante arriva dalle parole di questa mattina, venerdì 29 dicembre, del senatore di Fratelli d'Italia, Bartolomeo Amidei: "Su richiesta del ministro Lollobrigida ho ritirato la proposta di legge a mia firma. La proposta ambiva ad una omogeneità normativa delle regole applicate alla attività venatoria in ambito europeo. Purtroppo come sempre, senza entrare nel merito, è divenuto sterile argomento di polemica e il tema dovrà essere più opportunamente trattato in un quadro di revisione complessiva della materia. Resta inteso che - continua il senatore - da parte mia, che non ho mai esercitato l'attività venatoria, rimane la convinzione che l'Europa debba condividere norme in ambiti di questa natura per evitare vi siano trattamenti differenti applicati ai cittadini dei diversi Paesi, con effetti anche di natura economica", conclude Amidei.

L’atto arriva dopo, appunto la richiesta esplicita del ministro Lollobrigida: "Ho chiesto al senatore Amidei di ritirare la sua proposta di legge mai concordata con il governo. Senza entrare nel merito dei temi trattati, ritengo evidente sia necessario evitare ogni polemica derivante da proposte individuali che non rientrino in un riordino complessivo e omogeneo in chiave europea dell'attività venatoria".

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