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Bagnai (Lega): “L’Unione Europea non è un’alternativa agli stati nazionali ma è uno strumento con cui alcuni stati riescono a potenziare la loro egemonia”

28 Novembre 2023

Bagnai (Lega):  “L’Unione Europea non è un’alternativa agli stati nazionali ma è uno strumento con cui alcuni stati riescono a potenziare la loro egemonia”

“L’Intelligenza Artificiale è una sfida enorme. Non è solo un mezzo, è un mondo che tocca tutto: economia, politica, antropologia e incide sulle nostre libertà. Sicuramente per affrontarlo occorre una cornice di natura costituzionale”. Lo ha affermato la vicepresidente dell’Autorità Garante della Privacy, Ginevra Cerrina Feroni nel corso della conferenza internazionale “Euro, mercati, democrazia 2023”, che si è tenuta sabato 25 e domenica 26 a Montesilvano (Pescara). L’appuntamento, giunto alla dodicesima edizione e intitolata “Non è come sembra”, è stata organizzata da a/simmetrie – Associazione italiana per lo studio delle asimmetrie economiche, e ha visto la partecipazione di economisti, scenaristi e giornalisti come Jens Nordvig, Ginevra Cerrina Feroni, Wolfgang Münchau, Brigitte Granville, Rodrigo Zeidan, Daniela Tafani, Alessandro Mangia, Lidia Undiemi e il deputato della Lega Claudio Borghi. Intervenuta al panel sul tema “L’intelligenza artificiale tra narrazioni e sorveglianza”, Cerrina Feroni ha spiegato che “l’intelligenza artificiale è un tema che ha a che fare con la libertà e la dignità dell’individuo. La frase ‘io non ho niente da nascondere’ è inascoltabile: è la cifra dei regimi totalitari. La tutela della riservatezza, dei dati personali è un baluardo della democrazia”.


Nel corso delle due giorni si è discusso di Europa, Pil, Euro e Mes e soprattutto degli scenari nei vari paesi europei. “In Germania sarebbe meglio destinare l’1,5% del Pil a investimenti pubblici piuttosto che a sussidi alle imprese”, ha affermato il direttore di Eurointelligence, a lungo firma di punta del Financial Times. Wolfgang Munchau. Munchau ha spiegato la situazione che sta attualmente vivendo la Germania, dove si prospetta una grande recessione. “L’11% del valore aggiunto in Germania dipende dall’automotive, direttamente o indirettamente”, ha spiegato Munchau, “Una simile concentrazione rende l’economia tedesca fragile rispetto a shock internazionali, come il rapido passaggio all’auto elettrica. La Germania ha bisogno di riforme che sviluppino il suo settore dei servizi”, commentando le scelte di bilancio in Germania.
Per l'economista e docente di Economia Internazionale e Politica Economica presso la School of Business and Management della Queen Mary University di Londra, Brigitte Granville “l'economia dei Paesi UE è molto più sensibile alle variazioni sui tassi di interessi rispetto a quella USA. Per questo l'aumento dei tassi dovrebbe essere maneggiato con molta cura. L’inflazione è sotto controllo e la BCE quindi dovrebbe diminuire i tassi di interesse ora, non fra sei mesi, come ha annunciato. Se il tasso di interesse supera quello di crescita, il debito si avvia su sentieri insostenibili. Stabilire soglie rigide di inflazione, che condizionano il funzionamento di tutta l'economia, è una scelta discrezionale. L'obiettivo dovrebbe essere mantenere l'inflazione sotto controllo: è diverso che tenerla sotto una certa soglia”. Secondo l’economista franco-britannica è opportuno “distinguere tra variazioni improvvise, come le crisi petrolifere, e gli incrementi persistenti, come i deficit di bilancio. Lo scenario della guerra in Ucraina è diverso da quello degli anni Settanta: i lavoratori hanno perso potere contrattuale e i mercati sono aperti”.
A tenere banco nella due giorni l’economista e deputato della Lega, Alberto Bagnai, che ha ribadito: “L’Unione Europea come la conosciamo oggi non è un’alternativa agli stati nazionali, ma è uno strumento con cui alcuni stati riescono a potenziare la loro egemonia”. Secondo il responsabile economica della Lega “Dal 1950 al 2007 il PIL reale italiano si è andato sviluppando lungo una traiettoria lineare crescente,”, ha proseguito Bagnai, “Dalla crisi Lehman Brothers del 2008 la traiettoria è piatta. Me se per più di mezzo secolo le cose sono andate così, in un contesto di shock devastanti (crisi energetiche, crisi finanziarie), come mai ora invece ci troviamo in questa situazione? Siamo finiti in questa situazione perché le regole di bilancio sono tecnicamente sbagliate. Le regole fiscali non sono indirizzate a controllare il debito pubblico ma l’inflazione, adeguando la domanda al potenziale produttivo dell’economia. Peccato che le stime del potenziale produttivo proposte dall’UE siano falsate, inchiodando gli stati membri al livello al quale sono stati portati dall’ultimo shock avverso. Il patto di stabilità è diventato uno strumento che prolunga indefinitamente la recessione”.

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