23 Novembre 2023
Scrivo in un momento di estemporanea energia dopo la prima chemio (mi aspettano altri 6 cicli) e scrivo con una gioia che non provavo da mesi. Una gioia che mi scorre fin nel sangue ammalato, nella mente sfinita. A seguito delle risultanze portate allo scoperto nell’arco di oltre un anno da “Fuori dal Coro”, Speranza e Magrini, l’ex capo di Aifa, indagati per omicidio oltre ad una serie di vergognose ipotesi connesse: somministrazione di farmaci guasti, lesioni personali, corruzione per l’esercizio della funzione, falso. Il falso c’è senz’altro, sono emerse i i documenti interni con cui l’agenzia del farmaco troncava, sopiva, insabbiava le segnalazioni, perfino su neonati allattati. “Non conviene stuzzicare il can che dorme e quindi per ora non si esce con niente”. E quando gli riferivano che la gente si ammalava, in modo grave, al cuore, anche i vecchi, anche i piccini, Magrini sbottava: ma che? Così si uccide il vaccino.
Così si uccidevano i vaccinati. Scrivo dal mio letto di stanchezza, pensando a me stesso. Ma anche alla ragazza di Ancona che si è scoperta anche lei un linfoma e ha seguito la stessa via crucis. Perché la chemio è una via crucis. Il mio di linfoma attacca il midollo osseo, lo riempie di anticorpi malati a seguito del crollo delle difese immunitarie: più evidente di così. Debbo spararmi in corpo, oltre al resto, farmaci monoclonali per 8 ore alla volta, in modo da spezzare il proliferare dovuto alla proteina spike che gira, gira, e i farabutti sanitari avevano garantito che se ne starebbe stata ferma. Più chiaro di così. E perderò, bene che mi vada, un anno al termine del quale non sarò comunque lo stesso. È difficile ricostruirsi a 60 anni. Ma è sempre meglio che non poterlo fare. Scrivo pensando a me, a chi conosco, all’altro che mi son trovato di fianco, anche lui appeso ai tubi, e non se l’aspettava, ed era ancora scioccato, perché era successo tutto così in fretta. Vaccini, vaccini. So benissimo che nessuno dei due arriverà a un processo, perché la politica è una mafia peggio dei corleonesi e alla fine si salvano gli uni gli altri, essendo tutti colpevoli, tutti complici: chi per ideologia, chi per sostenere qualche gruppo sanitario privato che a sua volta li finanzia, chi perché è solo un miserabile. Il tribunale dei ministri non darà mai libero accesso alle indagini. Ma la notizia di uno Speranza chiamato, almeno in linea teorica, preliminare, a rispondere di omicidio mi riempie di sollievo: giustizia? Vendetta? Non me ne frega niente, non c’è giustizia senza margine di vendetta, per me è già molto, e questa macchia resterà. L’accusa sarà anche archiviata, ma è quella che da due anni ripetono a milioni, sempre di più: girate con me gli ospedali, se volete sentirla rimbalzare in un mantra cupo, disperato. Omicidio, somministrazione di medicinali guasti in modo pericoloso per la salute, falso ideologico, false dichiarazioni, lesioni personali, corruzione legata alla funzione. Vergogna, buffoni!
E chissà, a scavare, quante altre ipotesi. Perché il vaccino non fu solo un agente di sterminio, fu anche un veicolo per affari loschi quanto colossali. E chi ancora lo difende, dovrebbe finire alla sbarra insieme a Speranza e Magrini. Perfino l’Ema europea oggi riconosce apertamente che quei sieri non immunizzavano: di che parlano ancora le puttane e i magnaccia di regime quando garantiscono la madre di tutte le menzogne? Ieri in televisione c’erano alcuni di questi sanitari affaristi e propagandisti, dicevano: forza vecchi, correte a vaccinarvi per l’influenza e se poi volete c’è anche quello per il Covid. Avevano facce da ergastolo. Distorte dalla crudeltà e dalla disonestà. E lo sanno tutti che nel vaccino antinfluenzale hanno infilato anche quello scaduto per il Covid. Se lo chiedo a qualche medico, mi ride in faccia: “Ah, sicuro!”, “Ah, non mi stupirebbe!”. Anche quando chiedevo se il mio linfoma fosse effetto del vaccino, assunto due anni prima, o per lo meno il vaccino lo avesse fatto esplodere, traendolo da una condizione di latenza, guardavano altrove, voltavano lo sguardo mormorando: certo, tu questa cosa ce l’hai già da un po’…
Ma sì, chi può dirlo? La prova del diavolo è per definizione impossibile. Come quando i gentiluomini all’Aifa dicevano “da qui non esce niente, il vaccino non si tocca” e mandavano al macero le segnalazioni. Ma alcuni sindacati delle forze dell’ordine, insieme a un Comitato Ascoltami, hanno insistito e la procura di Roma ha aperto i suoi fascicoli. C’è da dire che la procura di Roma non avrebbe aperto un bel niente se non fosse uscita nel frattempo una mole oceanica di dati certi, scientifici, quanto a inutilità e pericolosità dei vaccini. Testimonianze dei malati, ma anche di chi li aveva preparate, quelle pozioni; poi i medici eretici, ai quali i fatti avrebbero dato ragione; le obiezioni dei ricercatori che fin dall’inizio, purtroppo poco ascoltati, anche perché soffocati in tutti i modi, avvertivano di non fidarsi. E infine i morti, troppi morti, morti per ogni conseguenza. Indagato per omicidio, lo Speranza che voleva usare il vaccino per introdurre la società comunista e lo aveva pure scritto, prima di far sparire il suo penoso libretto. Ma sì, la faranno franca anche questa volta, perché ci manca una magistratura più come Falcone e Borsellino e meno come Silvana Sciarra. Ma sì, finirà tutto come sempre, ma almeno lo stigma resterà, il sospetto resterà. E per noi, noi che stiamo in un letto ostaggi di una flebo, e sappiamo che i nostri non sono deliri, non sono sospetti, è il nostro corpo a raccontarci una verità diversa, che vorremmo tanto provassero anche loro. I presunti innocenti indagati per omicidio. Solo, per completezza – lasciateci sognare – la Norimberga, anche se già se ne annuncia la cancellazione, non può essere logicamente e istituzionalmente completa senza la presenza alla sbarra di chi stava sopra questi due: Speranza e Magrini in fondo erano solo strumenti, insieme a cento altri; i Mangiafuoco stavano più su, nell'empireo delle massime cariche. Loro avevano il potere vero, loro hanno creato il regime sanitario e concentrazionario. Sulle menzogne. Sul ricatto. Sull’imposizione di una pozione venefica.
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