24 Aprile 2023
Giorgia Meloni (foto LaPresse)
La grande speculazione finanziaria internazionale mette nel mirino l'Italia. Sarà corso un brivido lungo la schiena a chi siede tra Palazzo Chigi e via XX Settembre dopo aver letto la "profezia" di Goldman Sachs sulla ripresa italiana e il consiglio di Bloombeerg sui titoli di Stato italiani. Due entrante a gamba tesa su due dei principali "attori" della scena mondiale, tra Borsa e Palazzo. Goldman Sachs, tra le banche d'affari più influenti del globo, suggerisce infatti di "andare corti" sui Btp italiani, preferendo i titoli di Stato spagnoli, e questo alla luce di un contesto macro "sfidante" e della politica monetaria restrittiva della Bce.
Gli analisti americani, riferisce Bloomberg, si attendono che lo spread tra i Btp e il Bund tedesco salga a 235 punti base entro la fine dell'anno, con i primi messi sotto pressione dall'accelerazione del quantitative tightening a giugno e dagli ulteriori rialzi dei tassi da parte della Banca centrale europea. "Andare corti", in gergo, significa vendere nel giro di poco. Anche perché, secondo Goldman Sachs, l'aumento dello scrutinio della Bce sull'implementazione del Pnrr da parte dell'Italia potrebbe pesare sulle aspettative di crescita in ambito interno.
Pollice verso, insomma, sull'Italia di Giorgia Meloni. E ed è proprio questo il motivo, a quanto siamo in grado di rivelare, per il quale il governo italiano si attarda così tanto sulla ratifica del Mes. "Le prospettive dell'economia Italiana indubbiamente non sono delle migliori" spiega off the record un big della colazione di governo. "Approvare ora il Mes significherebbe mettere l'Italia a rischio commissariamento da parte di Bruxelles". Non solo: "Con l'alto debito che abbiamo il commissariamento diventerà quasi automatico quando l'anno prossimo rientrerà in vigore il patto di stabilità". Capito ora perché Giorgia Meloni non vuole sentir parlare di Mes? Perché equivarrebbe a mettere la data di scadenza al governo. Con buona pace di chi spera di tenersi stretta la poltrona per tutti i 5 anni della legislatura.
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