Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La Russa su Via Rasella, bufera: "Del passato parlerò solo con storici, basta giornalisti". Poi si scusa, ma Schlein: "Non basta"

Il polverone continua a imperversare sul presidente del Senato che ha chiamato "una banda di semipensionati" i militari nazisti uccisi in Via Rasella dalla Resistenza. Fa marcia indietro: "Credevo fosse ovvio e scontato che fossero soldati"

01 Aprile 2023

La Russa su Via Rasella, bufera: "Del passato parlerò solo con storici, basta giornalisti". Poi si scusa, ma Schlein: "Non basta"

fonte: Lapresse

Ignazio La Russa si trova nell'occhio del ciclone dopo le sue affermazioni sull'attentato di via Rasella. Il Presidente del Senato, dopo aver cercato di minimizzare le sue parole, si è scusato pubblicamente. La polemica, però, non sembra placarsi. Per Elly Schlein "le sue scuse non bastano".

La Russa su via Rasella

Il 23 marzo 1944 dei partigiani detonarono un ordigno esplosivo improvvisato al passaggio di una colonna di soldati nazisti. Successivamente lanciarono quattro bombe a mano artigianali sui superstiti. L'attacco della resistenza causò la morte di 33 soldati tedeschi. Il giorno dopo seguì la rappresaglia nazista, oggi conosciuta come l'eccidio delle Fosse Ardeatine in cui furono uccisi 335 prigionieri estranei alla vicenda. 

Il presidente del Senato ha dichiarato che le vittime della strage di Via Rasella erano una "banda musicale di semipensionati, non biechi nazisti delle SS". Queste parole sono state lette come un tentativo di mettere di dipingere i soldati nazisti come degli innocenti. 

L'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Anpi, ovviamente ha tenuto una risposta dai toni molto duri, sottolineando che non lo inviterà sul palco il 25 aprile perché cerca di infangare la storia. "Ignazio La Russa dovrebbe avere lui la coscienza delle dimissioni da presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella, perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre", ha detto il presidente Gianfranco Pagliarulo.

Gli attacchi, ovviamente, arrivano anche dalla politica. In primis, il pentastellato Giuseppe Conte: "Il presidente del Senato, al di là del fatto che è la seconda carica dello Stato, spesso si lascia andare a dei revisionismi raffazzonati. Fa dell'analisi storica, che è una cosa seria, una sorta di insalata alla russa. Queste boutade non sono accettabili da chi riveste il ruolo di seconda carica del Stato".

"Si sarebbe già dovuto dimettere tante volte. Noi confidiamo che prosegua nel suo incarico con maggiore responsabilità", ha aggiunto. 

La risposta di La Russa

La prima reazione di Ignazio La Russa all'ennesima polemica per affermazioni ritenute controverse è stata il nervosismo. Al Corriere della Sera ha dichiarato: "Basta, mi sono stancato. D'ora in poi non parlerò mai più di fatti storici, solo di attualità, e mi aspetto che mi si giudichi per quello che faccio e dico su temi di attualità, non sul passato del quale, semmai, parlerò con gli storici e non con i giornalisti". 

Nemmeno gli storici, però, sembrano d'accordo. Lucio Villari dichiara ad Adnkronos: "Non saprei cosa dire se non restare stupito. La mia risposta non è nel merito, posso dirgli 'legga dei libri di storia', come si direbbe ad un ragazzo. Studi un po'". 

La Russa, allora, è costretto a fare marcia indietro. "Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio", si scusa. "Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso", conclude.

Non tutti però sono soddisfatti delle scusa. Si fa avanti Elly Schlein: "Non bastano le scuse. Non è neanche la prima volta, è una storia quotidiana: c'è un tentativo di riscrivere la storia, cercando di negare il contributo della Resistenza e dell'antifascismo alla scrittura della Costituzione in cui tutti, soprattutto chi ha ruoli istituzionali, si dovrebbero riconoscere".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x