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Reato di tortura, Nordio assicura: "Governo Meloni non ha nessuna intenzione di abrogarlo"

Per il ministro si stratta di "un reato odioso, abbiamo tutte le intenzioni di mantenerlo. C'è soltanto un aspetto tecnico che deve essere rimodulato"

29 Marzo 2023

Reato di tortura, Nordio assicura: "Governo Meloni non ha nessuna intenzione di abrogarlo"

Carlo Nordio, fonte: imagoeconomica

In merito al reato di tortura, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al question time alla Camera ha detto che può "rispondere senza se e senza ma". Il Governo, assicura, "non ha nessuna intenzione di abrogarlo". "C'è soltanto un aspetto tecnico che deve essere rimodulato".

Il reato di tortura, così come è formulato, ha carenze tecniche di specificità e tipicità che devono connotare la struttura della norma penale", ha fatto sapere il ministro. "La volontà del governo è di tenere fermo il reato di tortura, sia per ottemperanza a quanto stabilito dalle norme internazionali, sia per una questione di coerenza, perché questo reato è particolarmente odioso, e abbiamo intenzione di mantenerlo", ha ribadito.

Reato di tortura, Nordio: "Governo non ha intenzione di abrogarlo"

Le "carenze tecniche", secondo Carlo Nordio, sono due: la prima "riguarda l'atteggiamento soggettivo del reato, in quanto la convenzione di New York circoscrive condotte costituenti tortura a quelle caratterizzate dal dolo specifico, attuate per raggiungere le finalità di ottenere informazioni o confessioni, punire, intimidire o discriminare". Invece "il nostro legislatore, optando per una figura criminosa e contrassegnata dal dolo generico, quindi senza l'intenzione ulteriore di ottenere un determinato risultato, ha eliminato quello che è il tratto distintivo della tortura rispetto agli altri maltrattamenti, rendendo concreto il rischio, paventato tra l'altro anche dai rappresentanti delle forze dell'ordine, ma non solo loro, di vedere applicata la disposizione nei casi di sofferenze provocate durante operazioni lecite di ordine pubblico e polizia".

Un ulteriore rilievo critico, aggiunge il ministro Carlo Nordio, "è rappresentato dalla inopportuna fusione in un'unica fattispecie di reato delle figure criminose di tortura e di trattamenti inumani e degradanti che da sempre sono considerati sul piano internazionale figure distinte e meritevoli di considerazione differenziata". Quindi, "sottoporre le condotte integranti due illeciti aventi una offensività diversa al medesimo rigoroso trattamento sanzionatorio appare una scelta che non è ragionevole e non è imposta dai vincoli internazionali", ha concluso il Ministro.

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