15 Febbraio 2023
Fonte: imago
Endorsement da sinistra. Sono quelli che sta raccogliendo la premier Giorgia Meloni che ha appena superato i 100 giorni di governo e che riceve il plauso oltre l'Italia da diversi quotidiani. The Economist, Le Figarò, Faz e adesso il New York Times, impegnato nelle ultime settimane in una causa contro la Von der Leyen rea assieme al CEO di Pfizer Bourla di non aver diffuso gli sms tra i due riguardo la fornitura di vaccini. Il quotidiano statunitense, tutt'altro che schierato a destra, tramite un articolo a cura di Jason Horowitz scrive: "Alcuni temono ancora una svolta autoritaria, ma Giorgia Meloni ha sorpreso molti mostrando una vena pragmatica da quando è salita al potere. Ora l'Europa non sa cosa fare".
Un elogio che probabilmente fa il paio con la linea "draghiana" e atlantica che la premier che ha deciso di proseguire. A sostegno di ciò, c'è un passaggio nell'articolo che applaude l'operato di Draghi sulla "modernizzazione" del Paese "con miliardi di euro in fondi Ue per la pandemia" che la Meloni sta "cercando di portare a termine".
L'endorsement continua: "A più di cento giorni dall'inizio del suo mandato la Meloni si è dimostrata meno prevedibile. Ha mostrato lampi di rabbia nazionalista, suscitando timori in patria e all'estero che una svolta autoritaria fosse dietro l'angolo. Ma – viene sottolineato – fino ad ora ha anche governato in modo molto meno al vetriolo e ideologico e più pragmatico".
Un'azione di governo che "ha irritato l'establishment europeo e i suoi critici italiani" che sono stati messi in crisi sulle contromisure da adottare nei suoi confronti. "Se viene abbracciata troppo strettamente rischia di legittimare le correnti di estrema destra e illiberali in Europa", si sostiene nell'articolo. Se, invece, viene respinta, allora può sembrare che "venga punita per aver fatto ciò che le è stato chiesto, creando un pericoloso disincentivo per il leader di un Paese abbastanza grande da destabilizzare l'intero blocco e l'economia globale".
Enrico Letta intercettato dal quotidiano ha confessato la sua nuova "adorazione" verso la Meloni, in economia dove secondo l'ex premier è stato "meglio di quanto ci aspettassimo". "La realtà è che è forte", dice. Un Enrico Letta che dà ragione a Matteo Renzi che lo ha più volte incolpato di essere il suo piano grande alleato. E che, senza incarichi di rilievo dopo le primarie del PD, potrebbe raffigurare per la premier una scelta come rappresentante per l'Italia in giro per l'Europa.
"È in quella luna di miele piena, senza alternativa all'interno della maggioranza e dell'opposizione divisa", ha aggiunto Letta che poi chiede prudenza di fronte a una Meloni che vuole spostare a destra gli equilibri in Europa. "Non" è "un allarme democratico quello che lancio, è un allarme politico".
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