14 Febbraio 2023
Letizia Moratti, fonte: Lapresse
Il Terzo Polo è tra i grandi sconfitti delle recenti elezioni regionali in Lombardia. La candidata Letizia Moratti, che aveva abbracciato il partito di Calenda e Renzi dopo essere uscita da Forza Italia, non viene eletta ed è fuori dal consiglio regionale. Niente poltrona al Pirellone, dunque, per l'ex ministro dell'Istruzione. Non ha pietà il suo ex partito, FI che ha fatto sapere che "L'elettorato non perdona chi tradisce".
Letizia Moratti, candidata alla presidenza di Regione Lombardia supportata da Azione e Italia Viva non entrerà in Consiglio regionale. Come ricorda Il Giornale, l'ex vicepresidente ha ottenuto personalmente il peggior risultato auspicabile nella partita delle regionali: quello di ritrovarsi tra i non eletti dopo essere stata a palazzo Lombardia come vicepresidente e assessore al welfare.
Moratti non entrerà in Consiglio regionale in quanto la legge elettorale lombarda prevede un posto per il secondo candidato alla presidenza più votato, ciò quello di centrosinistra, Pierfrancesco Majorino. Ma Letizia Moratti è arrivata terza, e per distacco, non riuscendo neppure a toccare la quota del 10% di preferenze.
Il primo ad ammettere la sconfitta del Terzo Polo è stato il segretario di Azione, Carlo Calenda. "Sicuramente non ha funzionato. Non ho mai problemi ad ammettere una sconfitta", ha scritto l'ex ministro.
"La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque", ha continuato Calena. "Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi. Stessa cosa è accaduto a Alessio D'Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-terzo polo. Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali e della minor presenza del voto di opinione". Infine: "La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente".
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