21 Gennaio 2023
Fonte: Imago
Enrico Letta (con tono dimesso) chiude la sua esperienza da segretario del Pd a Roma all'assemblea costituente con tanti rammarichi e delle speranze per il futuro. Il dem, in una sala semi vuota dopo aver aperto con un minuto di silenzio per le vittime iraniane e un abbraccio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: "È stato un periodo duro, soprattutto per me. Ho avuto soltanto colpi e nessun vantaggio, ma sono rimasto fino alla fine perché convinto che fosse necessario per dare ai quattro candidati la possibilità di rilanciare e scrivere una nuova storia di questo partito". Da parte dell'ex Presidente del Consiglio anche un invito: "Il 24 febbraio troviamoci davanti all’ambasciata russa ad un anno dall’invasione dell’Ucraina. Io finirò il mio mandato il 26 febbraio ed è l’ultima cosa che voglio fare".
Letta rivendica alcune vittorie: "In questi mesi c’è stato il tentativo di sostituire il Pd, ma questo tentativo è fallito. Comunque le amarezze ci sono state e anche le ingratitudini ma le tengo per me". Poi la precisazione per cui "abbiamo bisogno di un nuovo partito, non di un nuovo segretario. E per un nuovo partito serve una base politica, e il manifesto la dà, una base che ci mette nelle condizioni di essere molto ambiziosi per il futuro".
L'ex leader dem si riferisce al Manifesto dei valori approvato oggi: "Un documento bello, intensivo, di grande modernità. Lo affiancheremo alla Carta dei valori perché non potevamo fare le pulci al lavoro di Scoppola e Reichlein". L'approvazione è giunta alla fine dell'assemblea, con 11 voti contrari e 24 astenuti. L'assemblea ha anche approvato il manifesto per il Nuovo Pd con 18 voti contrari e 22 astenuti.
Poi ci sono stati gli interventi dei candidati, quelli di Bonaccini e Schlein tra i più significativi. Per Letta ora deve cominciare "una nuova primavera, e che mettessimo dietro le spalle questo inverno e questo autunno sono stati faticosi. Il dibattito, gli interventi dei quattro candidati ci hanno raccontato che abbiamo tante carte da giocarci in questa nuova primavera. Fate appassionare il paese, tutto. Siate stati bravi, convincenti. Faccio fatica a scegliere chi votare, tra voi quattro".
Nel suo discorso finale Enrico Letta ha anche ringraziato l'ex segretario e Presidente del Consiglio Prodi e i suoi studenti venuti da Parigi: "Spero non si siano pentiti. Io non sono pentito di essere tornato da Parigi. Poi una battuta: "Vi garantisco che non ho costruito un partito alternativo al Pd". Il segretario ha chiuso con il "Canto delle tre tende", un canto liturgico che racconta del dialogo tra Gesù e i suoi apostoli accampati in una tenda affiancate da altre due, in cui c'erano i profeti Elia e Mosè.
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