16 Gennaio 2023
Fonte: Imagoeconomica
I proprietari delle pompe di benzina non indietreggiano sullo sciopero fra il 25 e il 26 gennaio. Sindacati di categoria: "A queste condizioni è confermato lo sciopero".
Varato il decreto trasparenza, i benzinai sono insorti. Si sono sentiti insultati per essere stati propagandati come speculatori. Nelle parole di Bruno Bearzi, presidente nazionale della Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti (Figisc): "Siamo delusi ed arrabbiati per le parti del decreto che continuano ad individuare nei gestori i responsabili delle storture del sistema attribuendoci ulteriori oneri e soprattutto ulteriori pesanti sanzioni, per questo è molto probabile che si vada verso la conferma dello sciopero."
Lo sciopero, indetto e poi congelato a seguito del confronto con il governo, sembra in procinto di essere definitivamente confermato. Lo fanno sapere i sindacati di categoria Fegica, Faib-Confesercenti e Figisc Confcommercio che rappresentano 22.500 impianti di servizio.
Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica, chiede un confronto serio, mentre "sul caro carburanti continua lo scaricabarile del Governo". Dopo l'incontro con il governo di venerdì hanno detto: "Dal decreto ci aspettavamo delle aperture che non ci sono state e sanzioni così alte per una misura che non serve a nulla sono inaccettabili."
I gestori delle stazioni di rifornimento si sentono criminalizzati e si lamentano: "Così ricade ancora una volta tutto su di noi, come se fossimo i colpevoli degli aumenti dei prezzi, non ci stiamo".
Nel frattempo un'operazione che vede la collaborazione della Guardia di Finanza e dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato apre la fase istruttoria per oltre mille pompe di benzina in giro per l'Italia. Si indaga se ci siano degli accordi fra benzinai per mantenere artificialmente il prezzo alto.
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