11 Gennaio 2023
Il presidente del Senato Ignazio La Russa. Fonte: Imagoeconomica
Con 125 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni il decreto aiuti Ucraina è stato approvato dal Senato. Il provvedimento, che proroga la cessione di armi all'Ucraina fino al 31 dicembre 2023, ora passerà alla Camera per l'ok definitivo. Ok che comunque dovrebbe arrivare senza soprese. A votare no il Movimento 5 stelle e i senatori esponenti di Verdi-Sinistra italiana che avevano annunciato la loro contrarietà in Aula.
Festeggia il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani che, dopo aver preso una bacchettata da Washington, adesso può dormire sonni tranquilli. "Per l'Ucraina stiamo facendo tutto ciò che possiamo", ha esordito Tajani. "Siamo pronti a inviare altre armi per quanto possibile, prima di farlo ovviamente sarà informato il Parlamento". E ancora: "Abbiamo inviato oltre 50 tonnellate di materiale elettrico per la ricostruzione della rete elettrica distrutta dagli attacchi russi. Stiamo discutendo con i francesi per le armi di difesa aerea. Anche ieri durante l'incontro tra il premier giapponese e Giorgia Meloni abbiamo ribadito l'intenzione di sostenere la totale indipendenza dell'Ucraina".
Solo pochi giorni fa, il presidente Usa Joe Biden aveva "ordinato" all'Italia di muoversi a inviare altro materiale bellico in Ucraina. Il Governo italiano dunque si è affrettato a "obbedire", varando in tempo record il nuovo decreto.
Duro il commento di Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa (Intelligence culture and strategic analysis) ed ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare. All'Adnkronos ha dichiarato: "Forse per altri tipi di armamento una decisione rapida sarebbe stata accettabile, senza battere ciglio, da parte dell'Italia. In questo caso, avendo l'Ucraina richiesto sistemi che afferiscono alla sicurezza nazionale e che non sono 'ridondanti' nei nostri depositi e nella nostra operatività, è importante, anzi necessario, un ampio dibattito parlamentare così che sia il Parlamento sia i cittadini siano consapevoli del provvedimento e dei suoi riflessi sulla sicurezza nazionale. Un dibattito che ovviamente deve essere rapido e vero, non di tipo notarile".
A proposito del decreto Aiuti Ucraina, "si consuma il massimo tradimento delle promesse elettorali, la più grande giravolta del governo Meloni" che si pone "in continuità con il governo Draghi e la cui agenda è una sbiadita fotocopia dell'agenda Draghi ma ancora più pericolosa per gli italiani" come dimostra l'aumento della benzina "su cui il governo fa scaricabarile". Queste le parole di Ida Carmina (M5S), pronunciate durante la dichiarazione di voto sulla questione di fiducia al Dl Aiuti. Il decreto "si chiama Aiuti ma gli aiuti vengono erogati con misure capestro, insufficienti, inique".
E ancora: "La più scandalosa retromarcia del governo Meloni: il rilancio delle trivellazioni in mare. Ma perché hanno cambiato opinione? Folgorati sulla via dell'ossequio consumano l'ulteriore inganno al popolo italiano" considerato che "i giacimenti sono in esaurimento, i costi esorbitanti delle estrazioni, il danno ambientale".
"Avete deciso di tagliare il confronto e porre l'ennesima fiducia, e in questo caso lo schiaffo è stato doppio" e "volevamo essere genuinamente costruttivi" ma ora "dovrete spiegare agli italiani perché avete ritenuto di non avere un confronto con il parlamento e di non discutere gli emendamenti presentati". Così si è espresso Fabrizio Benzoni, deputato del gruppo Azione-Italia Viva- Renew Europe, nella sua dichiarazione di voto sulla questione di fiducia al Dl Aiuti quater, elencando i motivi per cui "il gruppo voterà no alla fiducia chiesta dal governo".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia