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Social network rischio per la democrazia?

Intervista esclusiva a Mauro Masi, Delegato italiano alla proprietà intellettuale e Presidente di Banca del Fucino

21 Novembre 2022

Social network rischio per la democrazia?

Mauro Masi, Delegato italiano alla proprietà intellettuale e Presidente di Banca del Fucino

Social network rischio per la democrazia? Ne parliamo con Mauro Masi, tra i massimi esperti italiani in materia, Delegato italiano alla proprietà intellettuale e Presidente di Banca del Fucino. 

"I social media sono solo una delle declinazioni di Internet; Internet che da tempo ha smesso (e forse non lo è mai stato) di essere un mezzo, un media ed è diventato molto di più, una sorta di chiave per la modernità. Una chiave che ha tanti aspetti, come minimo, controversi rivenienti dal fatto che il Web è nato e si è sviluppato sostanzialmente senza regole non essendosi mai trovato un accordo in tal senso nelle sedi della cooperazione internazionale e nessuno Stato (anche il più grande, anche gli USA) è in grado di affrontare con proprie regole nazionali un fenomeno che è assolutamente internazionale. I social hanno una capacità di condivisione (circa 2 miliardi di utenti solo per Facebook) che l’Umanità nella sua storia millenaria non ha mai neppure lontanamente immaginato. Condivisione globale, gratuita dell’accesso aggiunti alla citata mancanza di regole hanno permesso anche la diffusione di notizie ed informazioni all’apparenza verosimili poi rivelatesi, in tutto o in parte, false. E’ l’essenza del fenomeno “fake news”, un fenomeno pericolosissimo perché può minare il livello fondamentale di conoscenza richiesto dalle nostre democrazie per funzionare. Che fare? Naturalmente la panacea sarebbe una norma internazionale giusta ed equilibrata (la libertà di accesso alla Rete va assolutamente tutelata) che imponga un controllo sulla veridicità delle fonti delle notizie in Rete ma, come detto prima, è una strada che sinora non ha portato risultati. Bisogna quindi sperare nella capacità di autoregolamentazione dei gestori delle piattaforme. In questo senso la mossa di Elon Musk di iniziare a far pagare l’uso dei social (Twitter nel suo caso) come un servizio mi sembra benvenuta; l’utilizzo a pagamento è sempre più accorto e responsabile e, forse, meno maniacale (in molti casi) di quello totalmente gratuito.

È a rischio la vita dei media tradizionali?

Non credo che la Rete farà completamente sparire i media tradizionali, come non è successo con la radio che non ha soppiantato i giornali, nè con la televisione che non ha fatto scomparire la radio. Penso invece che la strada obbligatoria sia quella di intelligenti sinergie fra i due mondi quello digitale e quello tradizionale. Ci sono già esempi importanti in tal senso; dopotutto Jeff Bezos proprietario e guru di Amazon (il social che ha giganteggiato durante la pandemia e continua tuttora a farlo) ha acquistato e rilanciato, salvandolo dalla chiusura, il glorioso Whashington Post, la testata eroe del Watergate.

di Marco Antonellis

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