La virulenza sommaria e irrazionale di quanti considerano i medici che non si sono voluti sottoporre all’obbligo farmacologico professionisti di serie B, o Z, in virtù del criterio che “se hai studiato bene devi allinearti alla vulgata comune”, mi suscita alcune domande a cui sarebbe interessante che qualcuno dei Torquemada de noantri rispondesse.
Non confido che ciò accada, purtroppo, perché la vita è cara, le ospitate redditizie, e nessun porcaio ammazza la sua scrofa fintanto che questa produca grassi lattonzoli.
Eppure le formulo, queste domande, casomai i Soloni stamattina si sentano dell’umore giusto per un confronto ordinato, non ideologico, non politico, non pecoreccio.
Come si gestisce, razionalmente, il corto circuito per cui fior di medici laureati a pieni voti negli stessi atenei dei loro colleghi si sono detti dubbiosi o contrari alle inoculazioni?
Quante volte vi è capitato che il dottore, facendovi la punturina nel sedere, vi porgesse una penna per firmare una liberatoria, come quando si va a fare bungee Jumping?
Che ne è stato del Diritto di scegliere il proprio medico, che un tempo si sarebbe definito “di fiducia”, se un paziente sano non può affidarsi alle cure di chi considera più preparato di altri, a prescindere dall’egomania di un Ministro della salute laureato in Scienze Politiche?
E’ chiaro a tutti che le Scienze politiche non hanno a che fare con gli ospedali?
Con quale criterio un professionista esperto di qualunque materia fuorché la medicina crede di avere i titoli e la competenza per mettere in discussione le considerazioni scientifiche di uno dei 1913 dottori allontanati e sospesi e ridotti alla fame che hanno invece conseguito la laurea in medicina?
Davvero è sufficiente aver contratto una malattia, foss’anche la Peste Bubbonica, per diventare cultori della materia?
Un master in comunicazione, seppur conseguito in una scuola prestigiosa, può trasformare un giornalista in un cultore della materia, scienziato ad honorem?
Se 1913 medici si fossero opposti alla somministrazione della Talidomide, negli anni ’50 e ’60, quando questo farmaco era considerato un toccasana assoluto contro le nausee gravidiche, i Soloni di oggi (da Parenzo a Telese, dalla Ronzulli a Giletti) cosa avrebbero detto? In effetti, anche allora il farmaco fu prescritto senza attenzione al fatto che 20,000 bambini fossero nati focomelici, senza contare le decine di migliaia di aborti.
Nel dubbio, non ci aspetteremmo che il nostro medico curante ci prescriva un farmaco solo dopo aver studiato a fondo il rapporto fra i rischi che corriamo assumendolo e i benefici ottenibili?
Ci sembra fruttuoso fare una graduatoria di competenza in base al risultato delle considerazioni di ogni singolo professionista sanitario?
Galileo aveva ragione quando diceva ciò che sapeva essere vero o quando firmò l’abiura?
Come si rende compatibile una simile discriminazione da stato totalitario con il dato reale della contagiosità del virus che, ora nessuno può più negarlo, non ha a che fare né coi “vaccini” né, ovviamente, con quel pezzo di carta da culo ignobile che si chiama Greenpass ma avrebbe ogni diritto di essere elevato al rango di Minculpop-pass?
Cosa stabilisce la qualità del lavoro di un professionista se non i successi sul campo?
Cosa dovrebbe suscitare allerta e prudenza nel lavoro di un medico se non alcune centinaia di migliaia di gravi crisi avverse a un farmaco, o la morte di migliaia di pazienti sani, giovani, che non correvano alcun rischio di vita nell’ipotesi di un contagio da Covid?
Come conciliare i numeri dei morti per inoculazione, specialmente giovani e giovanissimi, col numero di vite salvate dai medici che hanno rifiutato di aderire alla campagna pubblicitaria a reti unificate di Pfizer, Moderna, etc, e si sono invece impegnati nelle terapie alternative?
Da ultimo: come si conciliano, sia razionalmente che emotivamente, una caccia alle streghe così prepotente, da Stato Bullo Stalinista, con il principio di LIBERTA’ e il primo articolo della nostra costituzione che garantisce un impiego, se non altro a quelli che non si sono messi in coda per avere un RdC o un assegno una tantum per il monopattino?
Ps: Ignác Fülöp Semmelweis, il medico geniale che salvò la vita di milioni di donne solo intuendo l’importanza dell’igiene delle mani e fu deriso dal gotha della medicina del suo tempo, potrebbe esercitare in questa Italia dogmatica e superstiziosa?
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