05 Ottobre 2022
Si è svolto oggi mercoledì 5 ottobre la riunione dell'esecutivo nazionale del partito di Fdi. Giorgia Meloni coi suoi ha toccato punti importanti del nuovo governo che verrà, compresa la voglia di voler "costruire un esecutivo forte" (anche se non sono stati fatti nomi). In un passaggio Giorgia Meloni ha ribadito anche di non essere "draghiana" e di non esserlo diventata. "Sui giornali si parla di inciuci ma io sono molto contenta dell'interlocuzione con il governo".
Su questo punto forse servirebbe maggior chiarezza, dato comunque il legame saldo che sembra intrattenere la leader di Fdi con Mario Draghi. Tant'è che i due stanno lavorando sul RdB (reddito di bolletta): l'introduzione di uno "scudo" per coprire gli ammanchi degli operatori a fronte di bollette non pagate, tramite l'utilizzo di un fondo della SACE, ovvero dello Stato, rappresentando di fatto un intervento in deficit.
Meloni ha aperto da giorni a volti diversi da quelli politici nel nuovo governo a trazione di Fdi. Il suo partito avrà chiaramente la priorità e la candidata alla Presidenza del consiglio non nasconde di averci messo la faccia. "Voglio fare bene, il momento è importante, daremo il massimo dell'impegno". "Il problema non è scegliere ministri tecnici o politici: l'obiettivo è quello di avere una squadra formata da persone di alto profilo, all'altezza della situazione. Se in un dicastero l'alleanza di centrodestra non ha un esponente di livello adeguato non c'è alcun problema ad affidare a un tecnico quell'incarico".
Questo in poche parole il concetto. Meloni ha anche ripetuto di voler rispettare il "peso degli alleati", con Fi in particolare che chiede lo stesso trattamento della Lega avendo preso più o meno gli stessi voti. A rimetterci potrebbe essere Matteo Salvini, che spingerebbe per il Viminale ma trova resistenza in quanto l'opzione sul tavolo della Meloni è sempre quella di dirottarlo alla Camera. Qualora non si faccia, il piano B è Giorgetti.
Lo stesso vale per Silvio Berlusconi che sgambetta però per un ruolo diverso da quello di ministro vale a dire la presidenza del Senato, dove in pole c'è però La Russa. La leader ha anche rassicurato che il governo "non sarà composto per risolvere beghe interne di partito". "E porterà avanti politiche in discontinuità rispetto a quelle messe in piedi in questi anni dagli esecutivi a trazione Pd".
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