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Come eravamo, e non solo politicamente, e come siamo oggi: la corta memoria del popolo italiano

La memoria corta del popolo italiano a confronto con la realtà storica, in un tripudio di nostalgia per un passato migliore, ignoranza endemica e tifo politico

23 Agosto 2022

Come eravamo, e non solo politicamente, e come siamo oggi: la corta memoria del popolo italiano

Melanie Griffith e Don Johnson

Il trapasso dell'ormai matusalemmico giornalista nazionalpopolare Piero Angela ci ha per un momento ricordato, ad personam e collettivamente, delle glorie che furono di un tempo passato non solo televisivo, ma di una collettività intera. Questo buon pastore catodico era stato l'aedo della divulgazione culturale e scientifica in prima serata; affievolitosi (come la sua figura e la sua voce) anche spiritualmente, con le sue ultime posizioni estremiste e financo deliranti in materia di repressioni pandemenziali, ci aveva sul finale di sua vita messo davanti alla difficile accettazione di un arduo concetto: non sempre la progressione del tempo apporta miglioramento cognitivo ed evolutivo. Nati e cresciuti in una società quadratamente positivista e adusa all'altare dello sviluppo progressivo, per quasi tutti noi il rischio di decadenza medievale post caduta dell'Impero romano sembrava relegato alle Cassandre della apocalisse nucleare, già superata negli anni cinquanta e sessanta, tornata un po' in auge negli anni ottanta, e rispolverata forse per eccesso di nervosismo lo scorso febbraio con la guerra in Ucraina. Viceversa ora ci svegliamo dopo una ulteriore nottata di sbronze avendo ben presente che il futuro può benissimo essere una splendida merda. Orbene consoliamoci: fu già così un milione di volte nella Storia umana, e anche solo nella Storia recente. Fu così dopo la Belle Epoque, fu così dopo i Roaring twenties (i ruggenti anni venti), fu così dopo gli Swinging sixties, la rivoluzione sessuale e il '68, fu così dopo i favolosi anni "ottanta (e novanta)-voglia-disco-party". Ebbene è stato così anche a 'sto giro. Solo che stavolta è tutta la ferrovia ad essere arrivata al capolinea, e non solo qualche vagone di testa o perfino la motrice.
E non solo in Italia ovviamente, anzi l'Italia non è che uno dei paradigmi più pittoreschi e per certi versi sordidi. E la campagna elettorale a cui stiamo assistendo, con i risultati che si materializzeranno dopo il 25 settembre, non ne è che la squallidissima festa dell'uva.

Mi ha colpito questa nota scritta da una mia conoscenza, L. Guerra, che di Angela ha scritto, acutamente:

"Il lapsus tra 'lo dice la scienza' e l'opinione dello scienziato, che in quanto in opposizione al volgo ignorante ha comunque e sempre ragione, ha veramente plasmato delle menti semplici. Gli scienziati si ammazzano di litigi per chi ha ragione: le ricerche che dimostrano l'errore della ricerca precedente son all'ordine del giorno. Ed esattamente così deve procedere la scienza. Senza scomodare Popper ed altri santi in paradiso.
Qui abbiamo un signore, simpatico e gentile nei modi neh, che a 93 anni fino all'ultimo ha retto nelle sue mani la trasmissione senza lasciare al suo posto nessun altro. Anzi no, uno c'è stato: il figlio. Già questo basta come ripresa del modello del barone e del clan familiare, che tanto descrivono il peggio dell'Italietta.
Possibile che in questo santo paese non ci fosse anche qualcun altro a cui far fare divulgazione scientifica in TV in questi ultimi 70 anni?"

Eh già. La mistificazione della realtà, la propagandina, l'autoritarismo senza autorità, l'analfabetismo, il conformismo, i baroni, il nepotismo, il campanile, la fazione, il guelfo e il ghibellino, il tifo calcistico pure in politica, la pizza e il mandolino: gli stramalidetti sordidissimi vizi italioti. Quel senso del possesso che fu prealessandrino, per dirla alla Battiato, o pre-Guicciardino, per qui centrarla meglio.

E qui ricasca l'asino, n'altra volta. Ora LA GRAN MODA estate-autunno '22 è, in sintesi pecoreccia: "la sinistra non è più sinistra e ci ha rovinati, lasciamo provare la destra"!!!
Eh sì, come no, quella stessa destra, MeLLLoni compresa anzi in primissimis, al potere direttamente o indirettamente da TRENT'ANNI: trent'anni che (OPSSS) hanno visto il declino vertiginoso della nazione da 5a potenza economica mondiale a paese-suino patria di junk bond e junk spread. Bravi, nuovissimi, proprio tutta gggente vergine e capacissima, degna di fiducisssima, da leccarsi i baffi, pardon, le orecchie... come diceva Ezio Greggio alla ASTA TOSTA nel berlusconissimo "Drive-in" della età dell'oro del Cavaliere Mascarato.

Ecco: IO SONO GIORGIA è il nuovo feticcio à la mode in un paese che essendo da sempre semianalfabeta (soprattutto nella sua classe dirigente) giusto alle mode può far riferimento, ché la intelligenza è robbba d'altri pianeti.
La bbborgatara daa Garbatella rischia persino di andare a Palazzo Chigi, col suo bel curriculum di un bel nulla fratto il nulla se non la politichetta bizantina della Costantinopoli sul Tevere, con l'ex tesoriere del suo partito in galera per mafia (partito pure ex mussolinista, ma transeat, in mezzo a 'sto Kasino chi ci fa più caso?). Coi bivacchi dei suoi manipoli in Parlamento da prima che i (pochi) diciottenni neo-elettori nascessero. Avendo votato nunc et semper TUTTE le peggio merdate che ci hanno eiettati dal Gotha del G7 fino a sprofondare trai paesi cosiddetti P.I.G., ovvero i parenti poveri e sottomessi dagli altri, ladri più abili e meno pezzenti autolesionisti seriali. Trasformati da vassalli di una Washington che fu potente a schiavetti di una Washington in piena demenza senile come il suo scimunito POTUS Sleepy Joe Rimbambiden.
Che figata eh?

Nel caso di GIORGIA, non che il mestiere della politica non dovrebbe avere una sua dignità ipso iure, per carità: abbiamo visto i professori universitari, gli avvocati o i banchieri incapaci di quanto danno siano stati responsabili. Ma certamente la politica italiana, fucina di eunuchi rapaci ed utili solo a sé stessi, non risulta essere nei ranking delle facoltà di Scienze Politiche più prestigiose di un Occidente in decadenza vorticosa, ma pur sempre con in pancia ancora certuni parametri biometrici di possibile buongoverno.

Ma allora la domanda del finalino è: FU SEMPRE COSÌ? ERAVAMO DIVERSI un tempo, quando Piero Angela era ancora relativamente giovane e probabilmente ancora compos sui?

La risposta è NO, o meglio a tratti un pochino, ma forse persino proprio neanche.
Un po' come la NAZIONALE DI CALCIO: sia aurei allori che pesci in faccia da sempre, ma mai i pesci ormai marcescenti come adesso. Va bene perdere, ma finire fuori dal gioco non è sfiga: è un abisso di letame ingurgitato come se fossero Ferrero Rocher, con carta dorata per pochi e scorno per tutti gli altri italiani (Gesù, un altro simbolo di una Italia che non esiste più: ma esistono poi del tutto ancora le réclame, morte troppo poco tempo dopo Carosello?)...
Da Giolitti a Mussolini a Fanfani ad Andreotti a Craxi le montagne russe (OPSSS: altre pressioni indebite da Mosca, Dio ci salvi dal mostro rosso!) in Italia non si sono mai fermate. E dopo Craxi e la sua fuga ad Hammamet (e oggi dobbiamo pure constatare che ALMENO è stato l'ultimo STATISTA che codesta sorte amara ci ha propinato) è stato il precipizio nella proverbiale peggiore fogna di Calcutta, nessuno escluso, con i due picchi di follia manicomiale della nipote di Mubarak di Zu Silvu e del GREEN SKAZZ del ducetto draghistano. Il top di gamma.
Ci era sembrato tanto FIGO Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone quando diceva "L'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica!" che la cosa, e non solo in Italia, ci ha un tantinello troppo preso la mano.

E a proposito di Oliver Stone: "Eravamo giovani in Vietnam", citava un libro di guerra di Hal Moore e Joseph Galloway, da cui fu tratto un film de guera bruttocchio con Mel Gibson; oppure anche "Saigon era Disneyland, in confronto" per citare un vecchio libro di Gino e Michele, altre piccole glorie italiche di un non poi lontano tempo che fu.
Ordunque era meglio prima? Beh certamente se vedremo IO SONO UNA DONNA E SONO UNA MADRE E SONO CRISTIANA sullo scranno che fu di Giolitti, rimpiangere persino quel vecchio scorreggione, e perfino i suoi successori CAGOJA, come li definiva D'Annunzio, sarà questione di un attimo.

Che cosa è la vita? Un breve rumore, seguito da un fiato ammorbante, diceva Brancaleone da Norcia.
Se proprio vogliamo dirla tutta, si stava meglio quando c'era lui.

di Lapo Mazza Fontana

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