22 Agosto 2022
L’ematologo di fama internazionale Angelo Michele Carella, si candiderà al Senato con Azione di Calenda per le circoscrizioni Liguria 3 (Genova Centro Est) e Liguria 4 (La Spezia). Un territorio che comprende molti comuni di Genova Est fino a La Spezia, la stessa regione dove l’ematologo esercita la sua professione nella città di Genova oltre alle città di Roma e Milano. Già direttore UOC Ematologia e Trapianti di Midollo al Policlinico San Martino di Genova e Cavaliere della Repubblica, dopo 40 anni di professione e dopo due anni di pandemia, l’ematologo si dice “approdato ad un nuovo grado di consapevolezza politica” che abbraccia tutti gli ambiti di un programma politico complesso rilasciato a Il Giornale d’Italia.
Dottor Carella, lei che ha 40 anni di esperienza come ematologo, conosce perfettamente i problemi che vive l’Italia soprattutto in ambito sanitario, cosa l’ha portata a candidarsi in questo difficile momento storico?
Sono totalmente d'accordo con agenda Draghi nella misura in cui intende collocare l’Italia in una posizione internazionale ed euro-atlantica. Quindi ho delle idee sia in fatto di politica estera che interna.
Quindi lei che cosa pensa del conflitto internazionale tra Russia e Ucraina?
Anzitutto che questo conflitto dovrebbe finire anche se è certo che Putin ha sbagliato a invadere l’Ucraina, ma arrivati ad un certo punto bisogna trarre delle conclusioni e per far sì che ciò accada serve l’Onu. Se L’Onu non riesce a svolgere il suo ruolo è inutile che esista.
Ma in Russia c’è una delegazione di Guiterres ormai da mesi: prima il problema era il corridoio del grano, adesso sicuramente i tavoli di pace. Pare stiano tentando di lavorare…
Si ma le trattative dovrebbero arrivare al più presto oppure la diplomazia ha fallito, l’Onu ha fallito. In Ucraina sarà una strage continua, si combatterà fino all’ultimo ucraino in vita, questo tutti lo sanno. E poi, dopo la strage di ieri tutto peggiorerà…
Intende l’attentato a Mosca?
Si esatto, l’attentato a Mosca che ha portato alla morte della figlia di Dugin, l’ideologo di Putin. E’ naturale che dopo questa cosa la reazione russa ci sarà e sarà forte.
E in merito alla questione energetica lei cos’altro pensa?
Penso che la dipendenza dell’Italia dal gas russo è un problema a cui porre rimedio e per farlo bisogna snellire le procedure per gli impianti di produzione di gas.
Adesso la riserva è al 74%, ma questo ci obbliga comunque a potenziare gli impianti di rigassificazione e inoltre va potenziato il TAP.
Si ma il problema della dipendenza dal gas russo è diventato tale da quando noi ci abbiamo rinunciato. Non è stato un errore? La riserva che abbiamo potrebbe non bastare anche a causa del “maccanismo di interscambio” che ci obbligherà a dare il gas ad altri paesi.
Adesso le cose sono in questi termini e non abbiamo altra scelta, possiamo solo continuare su questa strada e potenziare l’approvvigionamento in sinergia. La transizione green deve per forza di cose contemplare anche le nuove tecnologie. L’obiettivo è la de-carbonizzazione e dobbiamo necessariamente raggiungerlo, anche con il nucleare. Gli attuali impianti sono sicurissimi.
Per quanto concerne la politica interna invece? Secondo Lei cosa lascia Draghi in eredità al nuovo governo e su cosa dovrebbe impegnarsi?
Dovremmo concentrarci di più a impiegare tutti i soldi del PNRR che è un’occasione che non si ripresenterà più.
Scusi, lei intende riferirsi allo studio evidenziato recentemente dagli economisti, in cui si dice che se andiamo avanti così rischiamo di non spendere tutti i soldi del PNRR?
Esatto, proprio quello. E’ un’occasione irripetibile per fare le riforme che servono al paese.
E quali riforme farebbe Lei?
Ci sono molti punti che mi stanno a cuore, anzitutto il sostegno a famiglie e imprese ma senza aumentare il debito pubblico visto che siamo già oltre i 1800 miliardi.
E come farebbe dunque?
L’aspetto importante è promuovere le competenze e premiare i meriti senza però dimenticare i mezzi e strumenti per la cura della povertà con modifiche, cioè aumentando i controlli sul Reddito di cittadinanza.
Quindi lei è favorevole al Reddito di Cittadinanza? Perché?
A me capita come medico di vedere gente che viene a visita il primo del mese quando ha preso reddito di cittadinanza o la pensione. Quando vedo queste cose capisco che l’umanità e l’empatia vengono prima di tutto. Tutti devono avere un aiuto, almeno per la sussistenza se non ce la fanno. La dignità degli esseri umani va preservata, certo il reddito di cittadinanza va potenziato, ma anche migliorato.
In che termini secondo lei va migliorato il Reddito di Cittadinanza?
Nel senso che i furbetti che fanno i lavori in nero esistono, ma vanno puniti con rigore e va fatta pulizia, aumentati i meccanismi di controllo. Poi chi lo riceve e ne ha diritto magari può essere anche sostenuto maggiormente.
Lei comunque è un medico, questo sistema sanitario, soprattutto durante la pandemia, ha rivelato delle falle, non è assolutamente il “migliore al mondo” e adesso tutti l’hanno scoperto. Lei cos’ha da dire?
L’Italia ha un sistema sanitario universalistico, tutti dovrebbero potersi curare insomma. Ma è obsoleto e va corretto, ha bisogno di modifiche.
Anzitutto bisogna intervenire sull’assunzione per chiamata diretta nelle strutture complesse. E’ un meccanismo che quando sono stato direttore ho contribuito già a modificare e in America si fa così.
Quindi un sistema all’americana?
Sì.
E come funziona?
Oggi si fa un concorso per titoli, la commissione valuta ma il direttore sceglie.
Ma questo ha due problemi, la lista dei partecipanti è conosciuta dal direttore dalla commissione.
Non va bene così, bisogna premiare i meriti come ho detto.
La soluzione sarebbe che la commissione decidesse su una lista di nomi e che rapportasse al direttore il professionista scelto. In questo modo il direttore avrebbe un ruolo marginale e non centrale.
Poi dobbiamo assolutamente prepararci all’adeguamento con la contribuzione europea o avremmo un’emergenza medici che si protrarrà in eterno.
Dobbiamo adeguare gli stipendi ad altri paesi europei, in Italia paghiamo troppo poco medici e infermieri e oltre 70 mila infermieri ad esempio, sono spariti dopo i due anni di pandemia, in Calabria sono stati chiamati i medici cubani. La compagine dei lavoratori della sanità è integralmente da ricostruire.
Si ma ricordo che il primo studio sull’emergenza medici uscì vent’anni orsono. E’ la politica che non è stata lungimirante?
Ecco esattamente, lei mi porta su un altro punto molto importante il numero chiuso a medicina deve sparire, ci vuole una selezione rigorosa al secondo anno fatta da una commissione. Ci vuole uno sbarramento, gli esami devono essere dati puntualmente solo una volta superato lo sbarramento si potrà accedere agli anni successivi. Poi ovviamente il meccanismo si dovrebbe affinare considerando tutte le variabili, ma l’idea è questa.
Il test d’ingresso che abbiamo adesso comprende domande di logica e cultura generale che c’entrano poco con la professione medica, bisognerebbe evidenziare la preparazione scientifica di uno studente che esce dalla maturità e non intervenire su abilità che c’entrano poco con la chimica o la biologia e con tutte le materie scientifiche.
Lei si è espresso sempre in favore dei vaccini ma con un occhio critico, cosa farebbe se fosse eletto?
Più vaccinati significa avere una maggiore protezione, ma senza l'obbligo ad eccezione del personale sanitario e dei responsabili del trasporto aerei, treni, autobus e metropolitane.
E sulle mascherine?
Quelle vanno usate, le faccio un esempio: in Australia adesso è inverno e il covid galoppa alla grande. Le mascherine vanno usate con razionalità: nei luoghi pubblici dove sono presenti molte persone come nei mezzi pubblici vanno usate. L’obbligo alternato non ha alcun senso, i problemi vanno prevenuti prima che curati. Poi arriviamo a un altro punto che mi sta molto a cuore: prepararci alle pandemie.
E come?
Tutti i grossi ospedali hanno padiglioni obsoleti e dovrebbero essere attrezzati per le pandemie, in modo che in vista di queste ultime la sanità sia garantita anche a chi ha altre patologie.
Il covid va prevenuto anche a scuola, ha letto le nuove linee programmatiche del Ministero?
Si ma non è possibile aerare le classi costantemente, magari anche d’inverno quando fa freddo. E’ fondamentale che da subito si attrezzino gli impianti VMC , cioè quelli di areazione.
E sulla Dad?
A scuola la Dad va evitata perché non favorisce la socialità, questo significa che intervenire sugli impianti di areazione in tutte le scuole e sostituire quelli obsoleti è necessario, o forse si dovranno aprire le finestre anche d’inverno quando farà molto freddo?
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia