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Elezioni 2022, Conte: "Governare un domani col Pd? Ci può stare"

Le ultime dichiarazioni di Giuseppe Conte aprono nuovamente al Partito Democratico e alla possibilità di un nuovo campo largo post elettorale "ma solo ad alcune condizioni"

21 Agosto 2022

Giuseppe Conte, dopo aver dichiarato che l'accordo col PD, ha lasciato strascichi negativi, in un'intervista rilasciata a Lucia AnnunziataMezz'ora in più, su Rai 3 conta però riapre alla possibilità di poter governare con il partito democratico. Il leader del MoVimento 5 stelle spiega che le delusioni maturate rendono i membri del MoVimento 5 stelle ancora più prudenti e intransigenti. L'ipotesi di governare nuovamente insieme resta sul tavolo, ma soltanto al patto che si stipulino condizioni più chiare rispetto al passato. Insomma il MoVimento 5 stelle è intenzionato ad aprire la porta chiunque ma senza snaturare la propria base, con i risultati delle proiezioni elettorali.

Elezioni 2022, Conte: "Accordo col PD ha lasciato strascichi negativi"

"In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare. Però dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti. D'ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla"

Con uno sguardo autocritico, Giuseppe Conte dichiara che ciò che ha reso il partito più spesato prima è stato lavorare con una forza politica che non vuole essere realmente operare "una svolta rispetto alla propria passato" e aggiunge: "Il Pd ha abbracciato l'agenda Draghi. Lo abbiamo visto timido su alcuni pilastri del Conte II e assolutamente contradditorio su altri pilastri, come l'inceneritore".

Elezioni 2022, Conte: "Listino dei 15? Avevamo bisogno di continuità"

Per quanto riguarda invece i listini figli dei nomi presenti all'interno della compagine del MoVimento 5 stelle della prima ora, lui dichiara:

"Uscivamo dall'applicazione della regola del doppio mandato, abbiamo avuto un ricambio forte. Avevamo bisogno di garantire un minimo di continuità e di esperienza e anche di novità dalla società civile. Mi prendo la responsabilità della proposta di queste 15 figure. Oggi presenteremo delle liste che sono per un quarto figlie di quel listino, e per tre quarti vengono dalle parlamentarie. Mi sembra un giusto mix".

Poi il leader critica l'esclusione dal confronto televisivo del Movimento 5 stelle, lamentando il confronto continuo di Letta e Meloni: "Siamo una forza politica scomoda, lo siamo sempre stati, anche quando io non c'ero... Con me il M5S continuerà a essere una forza politica scomoda. Ci sono contesti in cui diventa scomodo che partecipi anche il M5S e il suo leader. Non siamo accomodanti col sistema, non lo scopriamo oggi". 
 

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