03 Giugno 2022
Patrizio Bianchi (fonte: Lapresse)
In pompa magna il Ministero dell'istruzione ha impartito alle scuole un’ordinanza che riguarda gli studenti ucraini: questi ultimi infatti nella valutazione finale possono essere promossi anche se non hanno abbastanza voti o se hanno una o più materie insufficienti. Per chi scappa dalla guerra una via preferenziale rispetto agli studenti italiani, a cui però si tiene maggiormente conto dell’impegno, del livello "di competenze linguistico comunicative della lingua italiana" (cioè del fatto che non la conoscono e dunque non possono esprimersi come vorrebbero/dovrebbero) e "della complessità del processo di apprendimento maturato nel contesto della guerra e dell’emergenza umanitaria".
L'ultima ordinanza da parte del Ministero permette di promuovere gli ucraini arrivati in Italia anche se non sanno l'italiano e non hanno abbastanza valutazioni. Una scorciatoia che non impone colpe a chi scappa dalla guerra ma che mostra scandisce una via preferenziale. Gli studenti avranno una corsia a parte e verranno ammessi serenamente all'anno successivo anche se in questi mesi di anno scolastico hanno fatto poco o niente.
Una disposizione che mira a lasciare il tempo di imparare la lingua e di ambientarsi e non di un vantaggio vero e proprio secondo fonti del Ministero. Difficile da credere visto uno studente qui da pochi mesi passerebbe all'anno successivo pur non avendone i meriti. Gli sfollati dalla guerra ospitati dalle scuole, principalmente in Lombardia e Campania sono oltre ventimila: alcuni di questi accolti nelle ultime settimane, avevano già fatto quasi l’intero anno scolastico nel loro Paese, prima dell’invasione russa.
Per il ministero si tratta anche di un modo per evitare che gli studenti perdano l'anno e far sì che se nel breve periodo torneranno nel loro Paese, non debbano subire ulteriori svantaggi procurati dalla guerra. La valutazione finale comunque spetterà al collegio dei docenti che difficilmente si opporranno alla linea decisa da Bianchi. E nell'ordinanza per la quale è atteso il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, prima della pubblicazione – deve essere collegiale.
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