26 Aprile 2022
Salvini e Renzi, i due Matteo in cerca di alleanze per le politiche 2023. Sempre loro, acerrimi avversari sul piano politico, mai amici, eppure uniti da un filo invisibile. Entrambi sulla cresta dell'onda negli anni scorsi, assurti quasi al ruolo di uomini della provvidenza, e tutti e due poi precipitati in termini di popolarità, soprattutto l'ex segretario del Partito democratico. Ora sia Matteo Salvini che Matteo Renzi sembrano attraversare un periodo di transizione, in attesa di definire la strategia per l'appuntamento più importante per il loro destino politico: le elezioni politiche del 2023. Tutti e due al momento sembrano isolati: Salvini porta ancora addosso le cicatrici della vicenda Quirinale, Renzi continua ad essere inviso alla maggior parte del cosiddetto fronte progressista.
Per Salvini non è un momento facile, sia sul fronte della politica interna che su quello della politica internazionale. I suoi punti di riferimento, Vladimir Putin, Donald Trump e Marine Le Pen, sono venuti meno uno dietro l'altro: il primo dopo l'invasione dell'Ucraina è stato isolato dall'Occidente come se fosse un "intoccabile", l'ex presidente americano e la leader francese sono stati battuti nelle urne nel giro di un anno e mezzo.
Ugualmente complessa la situazione sul piano nazionale. Qui le scorie della vicenda Quirinale non sono ancora state smaltite, i rapporti con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni sono ai minimi storici mentre con Forza Italia l'obiettivo del segretario del Carroccio sarebbe quello di creare una federazione con cui darsi un tono più moderato, visto che il partito di Silvio Berlusconi è il rappresentante italiano dei Popolari europei.
Sul fronte renziano, la situazione sul piano internazionale è senza dubbio più soddisfacente: nell'ultimo anno e mezzo negli Stati Uniti e in Francia hanno vinto le due opzioni più gradite a Renzi, Joe Biden ed Emmanuel Macron, il punto di riferimento europeo dell'ex premier. Ma al di qua delle Alpi Italia Viva è ai minimi storici sia tra gli elettori che nella considerazione degli altri partiti.
Col Pd dell'ex "nemico giurato" Enrico Letta i rapporti, a detta di Renzi, "non sono mai stati così buoni". Ma l'opzione del campo progressista, di cui fanno parte anche il Movimento 5 Stelle e Articolo Uno, non prevede la partecipazione del leader toscano e dei suoi fedelissimi. Con Giuseppe Conte i rapporti sono sempre pessimi e un'alleanza in questo momento appare fantapolitica. Stesso discorso col partito di Roberto Speranza, che nacque proprio come risposta alla linea del Pd renziano. Difficile dire, dunque, cosa succederà nei prossimi mesi: un tassello fondamentale per disegnare i futuri scenari è sicuramente la legge elettorale. Molto cambierà nelle strategie a seconda che si vada a votare con l'attuale Rosatellum o con una nuova legge.
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