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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Putin fa marcia indietro perché sa che la sua vita è in pericolo

Le truppe russe arretrano, da Mosca annunciano di avere interesse solo sul Donbass e il fine guerra sembra avvicinarsi

26 Marzo 2022

Se Vladimir Putin ha fatto sino ad oggi il cavallo di razza dei guerrafondai, sembra che la vita gli stia più a cuore della morte. Circondato da sanzioni, non ascoltato più neppure dalla Cina, rublo dal valore inesistente e provviste sempre più scarse, il buon Vlad ha paura di un colpo di Stato o di un attacco Nato a sorpresa su Mosca; in questo caso, sa bene che verrebbe ammazzato, la Russia diventerebbe uno stato democratico e il post-comunismo sovietico (quasi peggio di quello soviet) smetterebbe di esistere. Ovvero, o tornebbe uno Zar o gli americani, insieme all’Ue, se ne impadronirebbero.

Prima di fare la figura del predato, meglio uscire da quasi-predatore e accontentarsi del Donbass, dove le truppe russe sono massicciamente presenti dal lontano 2014; a popolazione e militari, la vita cambierebbe davvero poco. Sia chiaro che in questa situazione nessuno vince o perde: la Russia ha capito di non farcela, l’incavolatura e l’acredine di Putin sono dipese tanto dalle scellerate dichiarazioni di Joe Biden e dalla insenzate sanzioni dell’Ue, le quali hanno fatto malissimo a tutti, con riversamenti negativissimi sull’economia.

La pace sembra dietro l’angolo. America e Unione Europea sapranno tenere la bocca chiusa al fine di non istigare la Russia? Il mondo spera di sì.

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