26 Marzo 2022
Se Vladimir Putin ha fatto sino ad oggi il cavallo di razza dei guerrafondai, sembra che la vita gli stia più a cuore della morte. Circondato da sanzioni, non ascoltato più neppure dalla Cina, rublo dal valore inesistente e provviste sempre più scarse, il buon Vlad ha paura di un colpo di Stato o di un attacco Nato a sorpresa su Mosca; in questo caso, sa bene che verrebbe ammazzato, la Russia diventerebbe uno stato democratico e il post-comunismo sovietico (quasi peggio di quello soviet) smetterebbe di esistere. Ovvero, o tornebbe uno Zar o gli americani, insieme all’Ue, se ne impadronirebbero.
Prima di fare la figura del predato, meglio uscire da quasi-predatore e accontentarsi del Donbass, dove le truppe russe sono massicciamente presenti dal lontano 2014; a popolazione e militari, la vita cambierebbe davvero poco. Sia chiaro che in questa situazione nessuno vince o perde: la Russia ha capito di non farcela, l’incavolatura e l’acredine di Putin sono dipese tanto dalle scellerate dichiarazioni di Joe Biden e dalla insenzate sanzioni dell’Ue, le quali hanno fatto malissimo a tutti, con riversamenti negativissimi sull’economia.
La pace sembra dietro l’angolo. America e Unione Europea sapranno tenere la bocca chiusa al fine di non istigare la Russia? Il mondo spera di sì.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia