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Crisi di Governo: il Conte, il Santo Padre e il Cavaliere ora vogliono la testa del "Drago"

Il premier Mario Draghi si trova ora accerchiato nel mezzo di una guerra entrata nel vivo, e di continue critiche da parte di partiti e non solo

26 Marzo 2022

Mario Draghi, 2022

Mario Draghi (Fonte Twitter @dariodangelo91)

Sembra passata un'eternità da quando Mario Draghi veniva accolto con applausi e trionfi dopo la caduta del Conte 2. L'ex banchiere arrivato per salvare il paese dalle macerie lasciate dal covid, si trova adesso accerchiato. Sebbene sia "vittima" di una situazione non prevedibile, alla luce delle critiche e dei dietrofront di partiti che anche se all'inizio contrari, avevano ben accolto la sua ascesa a Palazzo Chigi, poteva fare sicuramente meglio. Quello che veniva considerato il "governo dei migliori" non sembra essere più tanto così. E nel frattempo aumentano di giorno in giorno gli esponenti di spicco anche non facenti parte del governo che criticano le sue scelte.

Conte duro: "Se cade il governo, ognuno si prende le sue responsabilità"

La critica più pesante all'interno della coalizione arriva dall'ex premier Giuseppe Conte che nonostante la "forzata" convivenza nel governo Draghi, ha fatto fuoriuscire la vera natura di "picconatore" del Movimento. Conte è stato molto duro riguardo una possibile manovra che preveda l'aumento di spese militari criticandola e dichiarando che "non è la priorità" in un momento di "aumento dei prezzi delle bollette per il gas". Il tutto "dopo due anni di pandemia e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese". Insomma, mandare armi all'Ucraina, sovraccaricando il bilancio nazionale in periodo di crisi potrebbe non essere una scelta molto fortunata.

Il grillino ha poi esclamato che "in caso di un voto che individuasse come prioritario l'incremento delle spese militari, il Movimento non potrebbe fare altro che votare contro". Gli ha fatto eco Matteo Salvini il quale ha dichiarato: "Quando sento parlare di armi non sono mai felice".

Aspre critiche dal Papa

Ma la critica più dura arriva da chi non ti aspetti vale a dire Papa Francesco. Il quale probabilmente è stato il primo sostenitore del governo Draghi. Il Santo Padre tirando in ballo anche altri stati ha commentato così la decisone di spendere il 2% del pil per l'aumento in fatto di armi da mandare in Ucraina: "È una pazzia, io mi sono vergognato", aggiungendo che la "vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un'altra impostazione. Parlo di un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti".

Ma non tutti mezzi di informazione sembrano aver accolto le parole del Papa. Strano, anche se probabilmente ci sono interessi economici di mezzo. Diversi tg Rai non hanno nemmeno menzionato le sue parole ricevendo le critiche di Michele Anzaldi, segretario della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il quale ha dichiarato: "il tg di Rai1 non può negare spazio addirittura al Santo Padre, per quanto le sue accuse possano apparire scomode". 

E Forza Italia?

Chi non ha ancora parlato ma probabilmente quella che fa più rumore è Forza Italia. Berlusconi a dire il vero non si è mai espresso su questa guerra, anzi sembra più interessato a metter su famiglia con la nuova "sposa" Marta Fascina che altro. Ma è indubbio che il gelo di uno dei leader internazionali più fidati di Putin non sia positivo. Il forzista non sembra essere più così tanto "prono" nel voler difendere Draghi e i fatti lo dimostrano. Anche ascoltando quanto dice Tajani, che parla di "mezzi anticarro, munizioni, giubbotti antiproiettile ed elmetti, non armi offensive", per combattere la guerra in Ucraina.

Il numero 2 di Forza Italia, dopo aver accolto il messaggio di pace del Papa, pone invece il veto su "aerei e alla no-fly zone, che significherebbe la terza guerra mondiale".

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