25 Gennaio 2022
Fonte: lapresse.it
Continua a rimanere Sergio Mattarella l'opzione preferita dai più tra i tanti possibili nomi per il Quirinale. Non è infatti bastato che il presidente uscente si trasferisse a Palermo per frenare le invocazioni di un suo secondo mandato in nome della stabilità della Repubblica. Mattarella, tuttavia, da parte sua non ne vuole sapere e lascia la patata bollente in mano alla classe politica rimasta a Roma. Ora che però anche l'Economist ha bocciato un'eventuale elezione di Draghi al Colle la partita sembra complicarsi davvero. I nomi al momento restano sempre gli stessi i grandi elettori, con il rischio che i grandi elettori non riescano a convergere su una personalità condivisa, perlomeno non nel breve periodo.
L'unica altra possibilità presa seriamente in considerazione attualmente è il trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Se da un lato ciò consentirebbe al Colle di mantenere il prestigio necessario, dall'altro rischia di indebolire troppo la presidenza del Consiglio, con il pericolo che in pochi mesi l'esecutivo si sfaldi in assenza di un leader forte e unificante, anche in vista delle elezioni politiche del 2023. I partiti restano dunque per il momento in stallo, indecisi non solo tra Draghi e Mattarella ma anche tra il proseguire sulla scia della nomina politica o scegliere invece una figura più squisitamente tecnica.
È in questo frangente che si fa avanti il nome di Elisabetta Belloni. La diplomatica piazzata da Draghi a capo dei servizi segreti sembrerebbe essere infatti un nome spendibile per il Quirinale, anche se in molti fanno notare l'inopportunità di avere contemporaneamente due tecnici sia al Colle che a Palazzo Chigi. Più politica resta in questo senso la nomina di Andrea Riccardi; ex ministro nel governo Monti e fondatore della Comunità di Sant'Egidio indicato dal centrosinistra in questi giorni. Ai microfoni de Il Giornale d'Italia, lo stesso Riccardi tuttavia rifugge alla possibilità di diventare il nuovo capo dello Stato: "Non ho pensato a cosa farei se venissi eletto, ma non credo sia il caso".
Altra ipotesi sul tavolo rimane quella di Pier Ferdinando Casini, avanzata l'altro giorno anche dall'ex premier Matteo Renzi. L'ex presidente della Camera potrebbe ottenere un appoggio trasversale, ma è al momento poco quotato anche dai bookmaker internazionali. Restano stabili le candidature di Paolo Gentiloni, e Maria Elisabetta Alberti Casellati, mentre la ministra della Giustizia Marta Cartabia è già diventata il candidato di bandiera del gruppo parlamentare +Europa/Azione. Cartabia che peraltro potrebbe essere un'opzione possibile anche per la presidenza del Consiglio nel caso Draghi finisse al Quirinale. Ancora più indietro il candidato perenne Giuliano Amato, sempre presente tra i papabili delle elezioni degli ultimi vent'anni. L'ipotesi Carlo Nordio lanciata invece da Fratelli d'Italia non sembra andare oltre quella del semplice candidato di bandiera.
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