24 Gennaio 2022
Che cosa significa scheda bianca: ne sentiamo continuamente parlare per l'elezione del Presidente della Repubblica al Quirinale. Il 24 gennaio alle ore 15 è partita la prima chiama. Prossimamente scopriremo chi prenderà il posto di Sergio Mattarella che non rinnoverà il mandato. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Che cosa significa votare scheda bianca? Si tratta di un particolare tipo di votazione scelto da alcuni gruppi parlamentari. In accordo con i leader del loro partito di appartenenza, numerosi politici chiamati al voto hanno deciso di votare scheda bianca alla prima chiamata.
Quando saranno chiamati ad esprimere il loro voto, non indicheranno alcun nome sulla scheda. Non scriveranno alcuna preferenza, lasciando dunque la scheda bianca. Questo voto viene definito anche attendista e potrebbe essere utilizzato soprattutto nelle prime tre votazioni. In queste infatti serve una maggioranza dei 2/3. Dunque il quorum da raggiungere per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica è più alto.
Si tratta di una scelta più strategica che politica in senso stretto. Utilizzano questo tipo di votazione i partiti politici che vogliono dimostrare di essere disponibili al dialogo con gli avversari politici. Ma il motivo non è sempre lo stesso.
Nelle prime tre votazioni, per essere eletti è necessaria la maggioranza dei 2/3. Considerando che al voto sono chiamati deputati sono 630, 320 senatori e 58 i delegati regionali, nelle prime tre votazioni bisogna raggiungere 672 voti. Dalla quarta in poi è sufficiente la maggioranza del 50% più uno. Servono dunque 505 voti.
Gli schieramenti continuano a cercare un nome condiviso, ma l'intesa sembrerebbe ancora piuttosto lontana. Le prime indicazioni dei leader di partito sarebbero ancora quelle di votare scheda bianca. Si lavora però per un accordo. Proprio nella riunione di stamattina, fra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza, sarebbe stato deciso che Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e Liberi e Uguali voteranno scheda bianca. Questa scelta indicherebbe che nessuna forza politica avrebbe da sola i numeri per eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Diventa dunque necessario trovare un nome condiviso.
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