20 Gennaio 2022
Fonte: lapresse.it
Beppe Grillo, il fondatore del M5S, è indagato per traffico di influenze illecite insieme al patron di Moby, Vincenzo Onorato. Come riporta il Corriere sono due pagine fitte di parole chiave e una cinquantina le stringhe di ricerca trovate nel telefonini sequestrati martedì a 5 indagati dirigenti della compagnia marittima Moby e dipendenti del blog beppegrillo.it e della Casaleggio Associati. La Procura la GdF di Milano stanno cercando chat che possano confermare la mediazione illecita del fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, quando nel 2018-2019 avrebbe spinto i suoi parlamentari a fare gli interessi legislativi dell’armatore, mentre il suo vecchio amico lo finanziava con un contratto pubblicitario sul blog da 240.000 euro.
Per sostenere l'accusa di traffico di influenze illecite gli inquirenti hanno bisogno delle chat tra Onorato e Grillo. Non sono sufficienti i messaggi in cui Grillo comunica i desideri di Onorato a parlamentari o ministri e poi inoltra le loro risposte, spesso senza avvisarli.
Una volta confermato il pagamento pubblicitario avvenuto da parte di Onorato nei confronti di Beppe Grillo, il fatto che politici 5 Stelle non abbiano commesso favori legislativi all’armatore è conseguibile dalla scelta della Procura di non contestare la corruzione, che richiederebbe uno scambio tra soldi e contraccambio illecito. Inoltre, non si parla nemmeno di abusi d'ufficio o di finanziamento illecito al partito: tutte le evidenze portano a pensare che non sia possibile equiparare il blog di Grillo a un'articolazione del Movimento 5 Stelle.
La svolta determinante sarebbe se, nelle chat tra il fondatore del M5S e Onorato si certificasse che l'armatore - sotto il contratto da 120.00 euro l'anno - stesse comprando anche l'influenza sul M5S. Questa evidenza sarebbe indipendente dal fatto che la scelta abbia realmente influenzato i parlamentari o i ministri del Movimento e sarebbe anche slegata dal fatto che Grillo l'abbia davvero spesa su essi nell'interesse di Onorato. In entrambi i casi, e anche se Grillo l’avesse millantata, ricadrebbe nel nuovo reato che sotto il governo Conte-Bonafede nel 2020 ha assorbito il vecchio millantato credito. "Le verifiche dimostreranno la legittimità del suo operato". Queste le parole di Conte, che esprimono "vicinanza" a Grillo.
Il fondatore del M5S, intanto, continua a restare in silenzio anche riguardo il processo a Livorno per le lesioni personali e violenza privata denunciate nel 2020 da una giornalista di Rete4. A tal proposito, Grillo andrà a processo il 13 giugno, e gli esponenti 5 Stelle dichiarano all’AdnKronos il suo essere «molto amareggiato per i tempi» dell’indagine ma «con la coscienza pulita». Per il gruppo di Onorato, invece, è fondamentale e urgente l’udienza oggi al Tribunale Fallimentare, dove si verificherà la percorribilità di un concordato preventivo di Moby e della controllata Cin (ex Tirrenia).
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