Di Aldo Snello
10 Gennaio 2022
Fonte: lapresse.it
I maggiori esperti in ambito sanitario, italiani e mondiali, danno il picco di contagi di questa quarta ondata a fine gennaio; complice l’ennesima mutazione della variante e le temperature invernali, il Covid ha preso di nuovo piede, come tanti virologi avevano pronosticato. Nel nostro paese, la vaccinazione prosegue a tempi spediti, i contagiati sono meno che negli altri paesi europei, c’è pressione sugli ospedali ma non a livelli allarmanti, eppure il Governo, dotato di pienissimi poteri, ha messo l’obbligo vaccinale per gli over 50; gesto affrettato ma tollerato visto che i soggetti a rischio si aggirano da quell’età in poi.
Il solo pensiero di estendere tale obbligo agli under 50, quindi anche a fasce giovanissime, fa rabbrividire, considerando anche il fatto che con il minimo rialzo delle temperature e con la discesa dei contagi, il mondo risolleverà la testa. Lo ha fatto per tre volte, certamente lo farà una quarta. Fare richiami su richiami vaccinali, semestralmente, è una situazione che il mondo sanitario internazionale non ha mai provato e che oggettivamente stona con il benessere del cittadino. È oggettivo che non si conoscano i sintomi del vaccino nel lungo termine, quindi dopo tre somministrazioni aspettare più di sei mesi per farne di nuove sarebbe una decisione sacrosanta, non tanto per gli adulti quanto per i bambini.
Al di là del potentissimo Mario Draghi, il quale ciò che dice fa, nel bene e nel male, e al quale nessuno dice “alt” in nulla, a parere di molti l’obbligo vaccinale esteso sarebbe incostituzionale, anche in un momento di emergenza pandemica. Non si può testare gli eventuali difetti di un vaccino, il quale ricordiamolo è ancora in fase di sperimentazione, su milioni (miliardi) di esseri umani senza un periodo di stacco e senza verificarne gli effetti collaterali nel lungo termine. Più che salutare, è inumano.
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